29° giorno: Il Sangue che condanna

Purtroppo il Sangue di Gesù non è per tutti di salvezza; per molti è di condanna. «Questo Fanciullo – disse il santo vecchio Simeone – è venuto al mondo per la re­denzione di molti e per la rovina di altri». Dipende forse da Dio, se, proprio quel Sangue che ha versato per la nostra reden­zione, sarà la rovina di tante anime? No. Dipende unicamente dalla nostra volon­tà. «Per chi vuole sarà di salvezza, dice S. Agostino, per chi non vuole sarà di con­danna». Giuda gettò i trenta denari gridando: «Ho tradito il Sangue innocente» e si im­piccò; Pietro rinnegò il Maestro, pianse amaramente e fu perdonato. Tutti i giorni si leva una voce al cielo che grida «Vendica, o Signore, il sangue dei tuoi giusti che è stato sparso!» Se la voce del sangue dei martiri è così formi­dabile, cosa sarà la voce del Sangue di Cristo? Come sarà terribile quella voce nel giorno del Giudizio! I chiodi e le piaghe di Cristo grideranno condanna, per chi ha disprezzato quel Sangue! Dio, dice il Pro­feta Ezechiele, chiederà conto di quel Sangue! È vero che Gesù è pieno di misericordia e di bontà, ma se non condannasse chi conculca il suo Sangue, sarebbe ingiusto. Se per quel Sangue milioni di anime hanno sofferto, dev’essere la loro gloria; se invece tanti peccatori lo hanno profa­nato e non se ne sono pentiti, dev’essere la loro condanna. «Come la misericordia, dice lo Spirito Santo, così l’ira divina, di­scende veloce sul nostro capo». E per noi? Il Sangue di Gesù sarà di sa­lute o di condanna? O Gesù fa che le tue piaghe siano il nostro rifugio in vita e in morte e il tuo Sangue la nostra salvezza, perché noi non solo confidiamo in te, ma ti amiamo.

ESEMPIO: Innumerevoli e terribili sono gli esempi dai quali si rileva come Dio punisca anche in questa vita coloro che oltraggiano il Sangue Prezioso del suo Figliuolo.
A Malaga, durante la guerra civile, che insanguinò la Spagna, alcuni giovinastri, penetrati in una chiesa dov’era veneratis­sima una prodigiosa immagine del Cro­cifisso, se ne impossessarono e, bestem­miando, la trascinarono per le vie, la cal­pestarono e ridussero in pezzi. Ad un tratto il giovane che aveva par­ticolarmente infierito sul volto disse: «Buttiamo via questo Cristo! Pare mi guardi in un certo modo….» Gli altri risero della sua paura. Dopo l’atto sacrile­go si recarono in una bettola, si ubriacaro­no e, cantando canzoni oscene, si accinse­ro a tornare a casa. Quando furono in strada, quegli che aveva infierito sul sacro Volto esclamò: «Ma che notte buia, ragaz­zi!». «Si vede che sei ubriaco – gli risposero i compagni – il tempo è bellissimo, le stel­le brillano in cielo e la luna illumina que­sta notte incantevole». II giovane andò a letto molto turbato e fece sogni strani. Al mattino la madre, come al solito, andò a svegliarlo. «È tardi, alzati poltrone e goditi questa magnifica giornata di sole» e così dicendo spalancò la finestra. Il giovane si stropicciò gli oc­chi: «Mamma – gridò disperato – io non vedo più la luce. Ieri ho profanato il volto insanguinato del Crocifisso miracoloso e Dio mi ha punito. Sono diventato cieco». Sarà stata una coincidenza? Chi sa!

PROPOSITO: Pensiamo spesso alle pene dell’Inferno e così non offenderemo Dio.

GIACULATORIA: O Gesù, per i meri­ti del tuo Prezioso Sangue, fa che io non mi perda in eterno.

FONTE: San Gaspare del Bufalo

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