Clasino parlante

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Perché mi guardi e pensi: povero asino?

Riflettiamo insieme. Io modestamente ho portato sulla mia groppa la Regina del Cielo e della terra, la Madre di Dio che teneva in grembo Gesù, l’ho portata in fretta dalla cugina Elisabetta, poi per il censimento a Betlemme, ho assistito alla nascita del Figlio di Dio, nella grotta, fungevo da termosifone, ho riscaldato il mio Creatore. In seguito poi, per mano di S.Giuseppe ho portato in salvo la Madre e il Figlio in Egitto. Alla morte di Erode li ho riportati a Nazaret, praticamente ero sempre a servizio della Sacra Famiglia. Quando poi Gesù si manifestò nella vita pubblica, chi lo portò in trionfo, quando tutti cantavano “osanna al Figlio di Davide”? Dimenticavo, io quando inciampo in un ostacolo, se ripeto quel percorso, in quell’ostacolo non inciampo più.

Questo è il mio curriculum. Adesso vediamo il tuo caro cristiano!

A me par di vedere che tu, che sei tempio di Dio dal giorno del tuo battesimo, non hai mostrato gratitudine per l’ immenso dono che ti è stato concesso di ospitare “il Dolce Ospite” della tua anima. Di questi tempi usando il mio linguaggio, dovrei dire che lo hai “disarcionato” senza complimenti appena hai potuto. Ad imitazione di Maria SS.ma avresti dovuto portarlo di fretta ai fratelli.

Avresti dovuto avere un cuore caldo di amore e non gelido di indifferenza. Avresti dovuto glorificarlo con la tua vita e cantare l’ osanna al Figlio di David. Avresti dovuto farti servo, ad imitazione di Gesù.

E quando inciampasti e cadesti nel peccato, avresti dovuto memorizzare quella tentazione e fuggire lontano dall’occasione.

Vedi, io sono un asino che ha compiuto la volontà di Dio obbedendo, ma tu che sei stato fatto poco meno degli Angeli, ti rendi conto che ti sei reso molto meno di un asino?
Io mi sono sempre cibato di fieno e di biada, tu hai potuto cibarti del Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo.

Ti rendi conto che se un asino ti fa notare tutte queste cose, come comparirai davanti a Dio con un simile curriculum, senza esserti sforzato di entrare per la porta stretta?

Scusami se ti ho dato qualche calcio, ma tu ne hai dati più di me.

Santa giornata tuo amico Clasino.

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S. Josemaria Escrivà era solito definirsi “asinello rognoso” e la cosa, confidenze della sua orazione, era nota soltanto al suo confessore. Un giorno, nei tumulti della guerra civile spagnola degli anni ’30 incappo’ in dei briganti (s. Josemaria continuò ad essere riconoscibile con la veste sacerdotale talare fino all’ultimo, nonostante il pericolo…) ma fu salvato da un personaggio sconosciuto che gli sussurrò all’orecchio: “asinello rognoso, asinello, rognoso”.
Trattavasi del suo Angioletto custode.
Potenza della fede e dell’umiltà.
E poi, nella sua predicazione utilizzava sempre il paragone con l’asinello…che lavora indefessamente…senza battere la fiacca…

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