Ho visto un numero infinito di persone…

stellamatutina-santa-caterina-emmerickVisione della venerabile Suora Anna Caterina Emmerich, raccontata ad un pellegrino negli anni 1819-1820.

« Ho visto un numero infinito di persone, che erano occupate a demolire la Chiesa di San Pietro. Però ne ho visto pure altre che la riedificavano. Si profilavano linee di collegamento di operai manovali attraverso tutta la terra, ed io mi meravigliai della coerenza. I demolitori strappavano via pezzi interi e vi erano specialmente molti membri di sette e rinnegati. Come secondo ad un piano e un ordine, c’era della gente che demoliva, portando grembiuli bianchi con orlo azzurro e tasca e le loro cazzuole stavano nella cintura. Il resto era vestito di abiti di ogni genere e tra loro c’era della gente importante e nobile in uniforme, che però non lavorava, ma marcava solo sulle mura con la loro cazzuola, dove e come gli operai dovrebbero demolire.

Alle volte però, quando non sapevano subito come demolire, si avvicinavano, per essere sicuri, ad uno di loro, che aveva un grande libro, come se ci fosse tutto il piano della costruzione e della demolizione. Allora marcavano di nuovo con precisione un posto con la cazzuola, e presto era demolito. Questa gente rovinava con tutta calma e esattezza…

Vedevo il Papa in preghiera. Era circondato da falsi amici, che facevano sovente il contrario di quello che lui ordinava. Ho visto un laico, un tipo piccolo in piena azione contro la Chiesa.
Mentre la Chiesa veniva demolita da una parte, si cominciava a ricostruirla dall’altra, ma senza fretta. Vedevo molti Sacerdoti, e uno andò, senza lasciarsi disturbare, proprio tra i demolitori e ordinò di fermarsi e di ricostruire. Vedevo altri Sacerdoti pregare pigramente il loro breviario e portare magari una pietrina come grande rarità sotto il mantello o porgerla ad altri. Sembrava che tutti non avessero alcuna fiducia, nessuna voglia, nessuna direttiva e di non sapere di che cosa si trattava. Era una miseria».

Dal principio di agosto fino alla fine di ottobre 1820, Anna Caterina Emmerich era in preghiera unita ad intercessioni per il Santo Padre, a cui seguì una vasta visione:
« Vedo nuovi martiri, non di adesso, ma nel futuro; ma li vedo già affollarsi. Vedevo – continuava – gente che demoliva continuamente la grande Chiesa e vedevo una bestia orribile, sorta dal mare con loro. Essa aveva una coda come un pesce e gli artigli come un leone e molte teste che stavano alla rinfusa intorno ad una grande testa come una corona. Il suo muso era grande e rosso. Era macchiata come una tigre ed era del tutto familiare coi demolitori. Giaceva spesso in mezzo tra essi mentre lavoravano; essi andavano pure da lei nella caverna, nella quale alle volte si nascondeva. Frattanto vedevo qua e là attraverso tutto il mondo gente buona e devota, e specialmente Sacerdoti che venivano torturati, incarcerati ed oppressi ed avevo l’impressione, che essi sarebbero diventati i nuovi martiri. Quando la Chiesa era già quasi demolita, tanto che rimanevano ancora solo il coro e l’altare, vidi questi demolitori penetrare nella chiesa, e qui trovarono una grande magnifica donna. Pareva come se fosse incinta, perché andava soltanto lentamente; i nemici ne erano molto spaventati di questo, e la bestia non poteva fare alcun passo. Essa stese il suo collo furiosamente verso la donna, come se la volesse ingoiare. La donna però si volse e cadde sul suo viso. Vedevo ora la bestia fuggire di nuovo verso il mare, ed i nemici correvano disordinatamente e confusi; vedevo infatti in lontananza avvicinarsi sulla terra e anche nel Cielo da ogni parte intorno alla chiesa dei grandi cerchi ».

Il 10 agosto essa riferì: « Vedo il Santo Padre in grande tribolazione. Egli abita un altro palazzo e lascia solo pochi fidati con sé. Se il cattivo partito conoscesse la sua grande forza, esso sarebbe già scatenato. Io temo che il Santo Padre dovrà subire ancora grandi tribolazioni prima della sua fine. Vedo la Chiesa nera eretica in crescenza e di cattivo influsso sui sentimenti. La pena del Santo Padre e della Chiesa è veramente così grande, che bisogna supplicare Dio giorno e notte. Mi è stato dato l’incarico di pregare molto per la Chiesa e per il Papa… Sono stata condotta questa notte a Roma, dove il Santo Padre è ancora nascosto, in grande tribolazione, per sfuggire a cattive richieste. Egli è molto debole e completamente estenuato da afflizione, preoccupazione e preghiera. Egli è nascosto specialmente perché non può più fidarsi di molti. Ma c’è un vecchio, ingenuo, molto devoto Sacerdote con lui che gli è amico, e che, essendo così ingenuo, hanno stimato che non valeva la pena di allontanarlo dalla sua vicinanza. Quest’uomo ha però molte grazie da Dio. Egli vede e si accorge di molto e lo comunica fedelmente al Santo Padre. In questa maniera egli è messo in guardia contro colui, che finora aveva fatto tutto, e non farà più niente. Il Papa è così debole, che non può più camminare da solo ».

1° ottobre: «La Chiesa – si lamentò – e in grande pericolo; devo su ordine chiedere ad ognuno che viene da me, un ” Pater noster ” a questa intenzione. Bisogna supplicare, che il Papa non abbandoni Roma, ne risulterebbe un danno immenso. Bisogna supplicare, che egli riceva lo Spirito Santo ».

4 ottobre: « Quando ho visto questa notte, in una visione del Papa, San Francesco che portava la Chiesa. Vidi appresso la Chiesa di San Pietro portata sulle spalle da un piccolo uomo, che aveva le sembianze di ebreo. Sembrava molto pericoloso. Maria stava sul lato nord della Chiesa e stendeva, proteggendo, il suo mantello. Il piccolo uomo pareva stramazzare. I dodici, che io vedo sempre come nuovi Apostoli dovrebbero aiutarlo a portare; ma venivano un po’ troppo lenti. Egli sembrava già cadere a terra, quando vennero infine tutti e lo sostennero e molti angeli Io aiutarono. C’era solo ancora il pavimento e la parte posteriore, il resto era stato demolito dalla setta segreta e dai servi stessi della Chiesa. Trasportarono la Chiesa in un altro posto ed era come se parecchi palazzi cadessero come campi di spighe davanti a loro. Quando vidi la Chiesa di San Pietro nel suo stato di demolizione e come tanti Sacerdoti lavoravano pure all’opera di distruzione, senza che l’uno avesse voluto farlo pubblicamente davanti all’altro, ne sentii tanto dolore, che gridai violentemente a Dio, che abbia misericordia. E vidi il mio sposo celeste davanti a me come un giovane ed egli parlò a lungo con me. Egli diceva, che questo portar altrove la Chiesa significava che apparentemente essa cadrebbe completamente, ma che riposava su questi portatori e risorgerebbe di nuovo da loro; che anche se rimanesse solo un unico cattolico, la Chiesa potrebbe vincere di nuovo, perché essa non è basata sull’intelletto e sul consiglio degli uomini. Egli mi mostrò poi, come erano mai state in decrescenza le anime vittime per la Chiesa. Mi fu pure mostrato, che non c’erano quasi più cristiani nel vecchio senso. Sono molto afflitta per questa immagine ».

7 ottobre: « Quando attraversai Roma con Francesca ed un Santo, vedemmo un grande palazzo (Vaticano); stava in fiamme dall’alto in basso. Ero molto timorosa che gli abitanti potessero bruciare, nessuno cercava di spegnere; ma quando ci avvicinammo, le fiamme si spensero e la casa era nera e bruciacchiata. Attraversammo molte magnifiche sale e arrivammo dal Papa. Egli sedeva nell’oscurità e dormiva su una grande sedia; era molto ammalato e privo di forze, non poteva più camminare. Vedo la Chiesa tutta isolata, come completamente abbandonata. E’ come se tutti la sfuggano. Tutto intorno a lei è in lite. Dappertutto vedevo grande miseria e odio, tradimento ed esasperazione, inquietudine, abbandono e cecità completa ».

« Vidi la Chiesa di San Pietro che era demolita fino al coro ed all’altare maggiore. Michele discese corazzato e armato nella Chiesa e si opponeva con la spada contro molti cattivi pastori, che volevano penetrarvi.
Già era portata via tutta la parte anteriore, soltanto il Santissimo c’era ancora! Vidi allora una donna magnifica! Essa camminava attraverso la grande piazza davanti alla Chiesa. Aveva raccolto il suo mantello sulle due braccia e si elevò silenziosamente in alto. Ed eccola stare sulla cupola e stendere largamente il suo mantello protettore sopra tutta l’area della Chiesa, che riluceva come oro. I demolitori avevano appena dato un po’ di tregua. Ora volevano riprendere, ma non potevano avvicinarsi in nessuna maniera al mantello protettore di Maria! Dall’altra parte però sorse una immensa attività dei costruttori. Venne molta gente giovane e forte, ecclesiastici e laici, vennero donne e bambini. Vennero anche uomini molto vecchi, storpiati e ignori. E la costruzione venne finita.

Vidi ora un nuovo Papa arrivare con una processione. Era molto più giovane e severo del suo antecessore. Venne ricevuto con grande solennità. Era come se dovesse consacrare la Chiesa ma sentivo una voce, che non era necessaria una nuova consacrazione perché il Santissimo era rimasto al suo posto. Doveva essere una doppia grande festa della Chiesa, un giubileo generale e la ricostruzione della Chiesa. Prima che il Papa cominciasse la festa, aveva già preparato la sua gente che espulse dalla adunanza, senza opposizione, una quantità di Sacerdoti superiori e minori. E vidi che abbandonavano arrabbiati e brontolando l’assemblea. E si prese al suo servizio gente tutta diversa, ecclesiastici ed anche laici. Poi cominciò la grande festività nella Chiesa di San Pietro ».

30 dicembre: « Di nuovo vidi la Chiesa di San Pietro con la sua grande cupola. Michele stava lassù, splendente in veste color sangue con una grande bandiera di guerra in mano. Sulla terra c’era una grande lotta. I verdi e gli azzurri combattevano contro i bianchi, e questi bianchi, che avevano una spada rovente con loro, parevano soccombere completamente: ma tutti non sapevano perché combattevano. La Chiesa era tutta di color rosso sangue. Più la lotta durava e tanto più il colore rosso sangue scomparve dalla Chiesa, ed essa divenne sempre più trasparente. L’angelo invece scese e si avvicinò ai bianchi ed io lo vidi ripetutamente davanti a tutti i gruppi. Allora un coraggio miracoloso si impadronì di essi, non sapeva donde venisse; era lui, che lottava contro i nemici e questi fuggirono in tutte le direzioni. La spada rovente sopra i bianchi era ora sparita. Durante la lotta gruppi di nemici passavano continuamente da loro e una volta una quantità numerosissima. Sopra ai combattenti apparivano nell’aria anche schiere di santi che indi- cavano e facevano segni con le mani, tutti diversamente, ma però di spirito unisono.

Quando l’angelo fu disceso dal tetto della Chiesa, vidi sopra di questo nel Cielo una croce splendente, dalla quale pendeva il Salvatore, dalle cui ferite si spargevano fasci luminosi sulla terra. Le ferite erano rosse come portali lucenti con il centro giallo sole. Non portava una corona di spine, ma da tutte le ferite alla testa partirono raggi orizzontali nel mondo. I raggi partenti dalle mani, dalle costole e dai piedi avevano i colori dell’arcobaleno, partivano finissimamente ed anche raggruppati verso paesi, città, case, attraverso tutta la terra. Li vedevo qua e là, lontani e vicini, cadere su ogni genere di credenti ed assorbire anime che scorrevano su uno di questi raggi di colore nella ferita del Signore. I raggi della ferita laterale fluirono come un immenso fiume sulla Chiesa sottostante. La Chiesa ne risplendeva tutta, e attraverso questo fascio di raggi vidi la più gran parte di anime entrare nel Signore. Ma vidi anche sospeso nel Cielo un cuore rosso e risplen- dente, dal quale una via radiosa bianca conduceva nella ferita laterale e dalla quale un’altra via radiosa si spandeva sopra la Chiesa e molte regioni e questi raggi assorbivano moltissime anime che entravano attraverso il cuore e la via di luce nel lato di Gesù. Mi venne detto che questo cuore era Maria.

Quando la lotta sulla terra fu terminata, la Chiesa e l’angelo, che adesso spariva, erano diventati bianchi e lucenti. Anche la croce spariva e al suo posto stava una donna alta e lucente sulla Chiesa e stendeva largamente il suo mantello dorato e splendente sopra di essa. Sotto la Chiesa comparvero l’Umiltà e la Riconciliazione vicendevole. Vidi avvicinarsi vescovi e pastori, che si scambiavano libri, e le sètte riconobbero la Chiesa per la vittoria miracolosa e per le luci della rivelazione che avevano visto essi stessi risplendere su di lei. Queste luci venivano dai raggi della polla del lago, che era da Giovanni. Quando vidi questa fusione di luci, un profondo sentimento del Regno di Dio s’impadronì di me. Sentii uno splendore ed una vita superiore nella natura e una santa commozione in tutti gli uomini, come al tempo della vicina nascita del Signore e sentii la vicinanza del Regno di Dio così che ero costretta ad andargli incontro a giubilare ».

Fonte: Anna Katharina Emmerich, Visionen, pubblicati da P. Karl Erhard Schmöger, Paul Pattloch Verlag, Aschaffenburg, Imprimatur, 4. Edizione 1974, pagina 104.
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