Libro Secondo: Conoscere Maria – 1° Capitolo

Maria e il mistero dell’incarnazione.

1) Ti benedico e ti ringrazio, Signore Iddio, creatore e redentore del genere umano, per l’immensa bontà con la quale hai voluto ancor più mirabilmente redimere quell’uomo, che mirabilmente già avevi creato. Infatti, mentre eravamo ancora tuoi nemici e la morte antica esercitava il suo iniquo dominio su tutto il genere umano, ti ricordasti della tua infinita misericordia, e dal trono sublime della tua gloria volgesti lo sguardo a questa valle di pianto e di miseria.

2) Osservasti la grande afflizione del tuo popolo sulla terra e il grave retaggio dei figli di Adamo. E, spinto da un profondo impulso di amore, cominciasti ad avere per noi pensieri di pace e di redenzione. Così, quando giunse la pienezza dei tempi, venisti a visitarci, scendendo dal cielo; e con l’Incarnazione apparisti tra gli uomini vero Dio e vero uomo, realizzando le attese dei profeti.

3) Ti benedico e ti lodo, Salvatore nostro Gesù Cristo, per la immensa umiltà con cui ti degnasti di scegliere per Madre una vergine povera, che facesti sposare con un povero falegname: Giuseppe, uomo santo e giusto.

4) Ti benedico per l’annunzio della degnissima incarnazione e per il rispettoso saluto angelico, con cui l’angelo Gabriele incontrò con grandissima devozione la beatissima Vergine Maria, annunziandole il divino mistero del Figlio di Dio, che si sarebbe incarnato in lei.

5) Ti lodo e ti rendo onore per la grandezza della fede di Maria Vergine, per il suo deciso consenso, per l’umilissima sua risposta e per tutte le sue virtù, confermate quando, all’ arcangelo che recava il lieto annunzio, rispose con docile sottomissione: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che tu hai detto» (Lc 1,38).

6) Ti lodo e ti glorifico, o eterna Sapienza del Padre, per essersi interessata la tua inaccessibile Altezza al misero ergastolo della nostra mortalità e per la tua purissima concezione da Maria, avvenuta per opera dello Spirito Santo (Lc 1,35), nel cui seno verginale l’ineffabile virtù dell’Altissimo, scendendo su di lei (Lc 1,35), formò dalla carne intemerata della Vergine la tua carne sacrosanta. Tu dunque, vero Dio, consustanziale con l’Eterno Padre, sei divenuto una sola carne con noi, ma senza contagio di peccato, per renderci un solo spirito con te, attraverso l’adozione a figli di Dio (Gal 4,4).

7) Ti lodo e ti glorifico per aver voluto svuotare la tua grandezza, assumendo la nostra passibilità, la pochezza, la sofferenza e la mortalità abbracciate con amore, per riempirci con il tuo svuotamento, per salvarci con la tua passione, per esaltarci con la tua umiliazione, per irrobustirci con la tua infermità e per condurci alla gloria dell’immortalità con la tua mortalità.

8) Ti lodo e ti glorifico per quei lunghi nove mesi, durante i quali ti nascondesti bambino nelle angustie di un seno verginale, aspettando il tempo per il tuo natale, Tu che, come Dio, non hai tempo e non hai età, ma tutte le cose ordinasti nel tempo con ammirevole armonia.

9) O amabile e ammirabile degnazione, Dio di immensa gloria, che non disdegnasti di farti disprezzabile e di assumere, per salvarci, le nostre sofferenze, Tu, che creasti tutte le cose senza fatica. O dolcissimo Gesù, splendore dell’ eterna gloria, quanto più ti sei umiliato nell’umanità, tanto più mi hai dimostrato la tua bontà; quanto più ti sei fatto disprezzabile per me, tanto più mi sei caro.

10) Ti benedico e ti ringrazio, Signore Gesù, Figlio unigenito del Padre, unico generato prima dell’esistenza del mondo, di esserti ineffabilmente degnato, per la tua grandissima umiltà, di nascere in una sordida stalla e di essere deposto per amore della santa povertà in una povera mangiatoia. Ti lodo, amatissimo Gesù, per la tua venuta coronata di luce, per la tua gloriosa nascita dalla illibata Vergine Maria, per la tua povertà e per l’umile tua sistemazione in una mangiatoia così piccola e vile. Chi potrebbe immaginare l’Altissimo Iddio fatto così piccolo per gli uomini? Quante grazie deve renderti tutto il genere umano, se hai scelto le angustie di una mangiatoia per redimerlo?

11) Quale grande tenerezza, mirabile dolcezza e soavissimo amore vedere Iddio fatto bambino, ravvolto in poveri panni e giacere in una angusta mangiatoia davanti ad animali! Quale incomprensibile umiltà, che il Signore di tutti i signori si degni di farsi servo dei suoi servi! E questo, Signore Dio, ti sembrò ancora poco, perché volesti diventare mio Padre, tu che sei il mio Creatore. Addirittura ti sei degnato di essere mio Fratello e carne mia nella realtà della tua natura umana, pur senza contrarre nulla dell’ antica corruzione.

12) La tua nascita è superiore alle leggi della natura; ma, dovendo riparare proprio la natura, con un grande miracolo supera il modo con cui nascono gli uomini e conforta con divina virtù i nostri faticosi natali. Quanto è felice e amabile il tuo natale, dolcissimo Gesù, Figlio di una Vergine eccelsa, cioè dell’ esimia Madre Maria, che rinnova il natale di tutti, ne migliora la condizione, ne scioglie i pregiudizi e lacera il decreto di condanna della natura. E così, chi si vergogna di far parte della stirpe peccatrice di Adamo, si può rallegrare per la tua natività incontaminata, sicuro di essere felicemente rinato per tua grazia.

13) Ringrazio la tua miracolosa e gloriosa nascita, o Gesù, Figlio unigenito di Dio, in virtù della quale abbiamo accesso a questa grazia, nella quale viviamo, e confidiamo nella speranza della gloria dei figli di Dio, promessa dal cielo. Tu sei il pegno della nostra redenzione; tu sei l’eterna speranza di tutti noi fedeli. A te ricorriamo noi, umili peccatori; a te che ci cercasti per primo, quando noi non ti conoscevamo ancora.

14) O santa e dolce infanzia, che nel cuore degli uomini infondi la vera innocenza, per cui ogni età ritorna a te beata e a te diventa simile, non per debolezza delle membra, ma per l’umiltà dei sensi e per la bontà dei costumi. Concedimi di seguire le tue sante orme, clementissimo Gesù, che, per dare a tutti gli uomini esempio della virtù e della salvezza eterna, volesti nascere a mezzanotte da Maria Vergine. Fa, dunque, che io possa porgerti grazie e cantare le lodi con gli angeli e con tutta la milizia celeste, che volesti felici messaggeri del tuo Santo Natale.

FONTE: Tommaso da Kempis; Imitazione di Maria.
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