MATRIMONIO E ATTRAZIONE TRA PERSONE DELLO STESSO SESSO

 L’odierno bisogno di definire chiaramente la natura del matrimonio deriva dagli sforzi compiuti da persone dello stesso sesso e da altri, desiderosi di un riconoscimento della relazione omosessuale, che la equipari a quella coniugale. In altri termini essi auspicano che l’autorità civile riconosca come matrimonio la relazione tra un uomo ed un uomo o tra una donna e un’altra donna. Attuare questo significherebbe considerare il matrimonio come un’istituzione creata dall’uomo e non da Dio, quindi violare ciò che la natura stessa ci insegna sul rapporto matrimoniale.

L’attrazione tra persone dello stesso sesso, che è «un’attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso», può avere diverse cause, ma non può essere attribuita al progetto di Dio per l’uomo e la donna, come dimostrano i loro corpi e le Sacre Scritture (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2357). Coloro che soffrono dell’attrazione verso persone del medesimo sesso hanno la stessa dignità di ogni uomo e donna «devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2358). Accogliere con rispetto tuttavia, non significa non riconoscere le nostre tendenze disordinate e i nostri difetti.

Rispettare gli omosessuali significa onorare la loro chiamata a condurre una vita casta, una chiamata che è intrinseca alla nostra dignità come figli e figlie di Dio. Sarebbe sbagliato, da parte nostra quali individui e da parte della società, riconoscere istituzionalmente le relazioni omosessuali attribuendo loro lo status di relazione coniugale. Piuttosto, come individui e società, in generale, dovremmo aiutare chi sia attratto da persone dello stesso sesso a condurre una vita giusta e casta, riconoscendo la loro attrazione omosessuale come disordinata ed educandola, affinché tale inclinazione non si esprima in atti immorali, gli affetti vengano purificati e si esprimano in amicizie belle e caste.

La protezione dell’istituzione del matrimonio mediante un emendamento costituzionale non è discriminatorio verso gli omosessuali. Non offende la loro dignità, né incoraggia azioni o atteggiamenti ingiusti nei loro confronti. Semplicemente garantisce che tutti nella società rispettino la vera natura del matrimonio quale base della vita della famiglia, della società e della Chiesa.

Come cattolici dobbiamo rispettare la legge morale in tutti i suoi precetti, rifiutando atti omosessuali ed opponendoci a qualsiasi atteggiamento, parola o azione ingiusti rivolti contro le persone, che soffrano questa loro attrazione verso individui dello stesso sesso.

Vi è la tendenza ad accettare relazioni tra persone dello stesso sesso, per non voler affrontare l’imbarazzo e il dolore di riconoscere un’attrazione omosessuale come disordinata. Troviamo diverse scuse per non affrontare un problema, che viceversa sta alla base della nostra natura di uomo e di donna. Come si trattasse di un’anomalia o di un dolore nella vita, la nostra debolezza umana ci spinge a fingere ch’essa non esista o ad agire come se non fosse una difficoltà. Assecondando la tendenza o la tentazione di considerare l’attrazione tra persone dello stesso sesso alla pari dell’attrazione tra uomo e donna e tra donna e uomo, non facciamo né il bene delle persone che combattono con l’omosessualità né il bene della famiglia e della società. Il fatto che la cultura occidentale riesca sempre meno a distinguere l’attrazione omosessuale da quella eterosessuale non giustifica la nostra incapacità di distinguere, rispettando il dono di Dio della vita umana nella sua integrità e aiutando gli altri a raggiungere la perfezione, cui siamo chiamati quali veri figli di Dio.

La portata della confusione nella società sulla natura del matrimonio si riflette sulle decisioni dei tribunali, che hanno dato la possibilità di celebrare il cosiddetto matrimonio tra persone dello stesso sesso. È necessario che la società protegga il matrimonio da tali azioni giuridiche.

Allo stesso modo alcuni considerano l’emendamento costituzionale non necessario e lo rifiutano poiché, consentendo agli altri di avere relazioni omosessuali riconosciute come matrimonio dalla legge civile, non sarebbe dannoso per il matrimonio tra uomo e donna. Secondo loro, ragionare significherebbe pertanto rifiutare di avere a che fare con la necessità di salvaguardare l’integrità del matrimonio, che è senza alcun dubbio violata quando le unioni non coniugali vengano chiamate matrimonio. Gli effetti negativi per gli individui e la società, in generale, della violazione istituzionale della natura del matrimonio sono evidenti.

FONTE: Card. Raymond Leo Burke
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