Sancta Virgo virginum, ora pro nobis

stellamatutina-litanie-lauretane-padre-alessandro-apollonioSanta Vergine delle vergini, prega per noi! Dopo la Santità e la Maternità divina, le litanie Lauretane attribuiscono a Maria il titolo di Vergine delle vergini. Ciò vuol dire che Maria è la Vergine per eccellenza, modello di ogni purezza, integrità e candore. Sant’Anselmo direbbe:

«Una purezza di cui non se ne può concepire una maggiore, dopo Dio. Integra nel corpo perché integra nello spirito».

L’integrità del corpo non è stata per Maria – cosa singolare ed oltremodo mirabile – impedimento alla generazione materna, ossia al concepimento, gestazione e parto di un figlio perfettamente umano. Anzi, è stata la condizione necessaria affinché quell’umanità perfetta, che Maria ha donato al Figlio, fosse ipostaticamente unita alla divinità, in modo tale che Gesù potesse chiamare «Padre» in senso proprio assoluto soltanto il Padre celeste.

Se Maria non fosse stata vergine prima del parto, il Figlio avrebbe avuto un padre umano e non divino. Se Maria non fosse stata vergine durante il parto, il Padre non avrebbe rispettato il proposito eli verginità perpetua che egli stesso ispirò alla sua Figlia prediletta. Se Maria non fosse stata vergine dopo il parto, lo Spirito Santo non sarebbe stato lo Sposo divino indissolubilmente a Lei unito.

Per i Padri dei primi secoli, dire che Maria è la Vergine significava concentrare in una sola parola le sue prerogative singolari e le sue eccelse doti morali. Si tratta di una verginità feconda, la verginità della Madre di Dio. Verginità e maternità, le due massime perfezioni femminili che, per natura, si trovano disgiunte nelle donne comuni, sono invece congiunte, per virtù soprannaturale, nella persona di Maria, la Donna per eccellenza (cf. Cv 19,26). La verginità è, nella maternità di Maria, il segno del soprannaturale, il segno che Ella ha concepito senza concorso di uomo, per opera dello Spirito Santo.

Il Figlio da Lei generato non è, dunque, il Figlio naturale di san Giuseppe, ma il Figlio naturale dell’Eterno Padre, di cui anche san Giuseppe e la stessa Maria sono figli nell’ordine della grazia. La verginità è il segno del soprannaturale anche nel parto di Maria: il Figlio, generato senza corruzione dal Padre celeste, senza corruzione è generato anche dalla Madre terrestre. La verginità è il segno del soprannaturale in tutta la vita di Maria; il suo matrimonio mistico con lo Spirito Paraclito la riempie di mistiche consolazioni e la rende ancora Madre feconda della Chiesa, Corpo mistico di Cristo.

Dunque, Maria è Vergine perpetua perché è Madre perpetua; Madre, nell’ordine della grazia, di tutti i viventi che, assieme a suo Figlio, anch’Ella ha redenti a prezzo di indicibili sofferenze.

La Chiesa proibisce di inoltrarsi in disquisizioni anatomiche, utili più alla curiosità malsana che alla sana devozio ne. Tuttavia non ammette che l’interpretazione teologica della verginità di Maria si discosti da ciò che il senso comune ha sempre inteso, ossia l’integrità fisica come segno dell’integrità spirituale. Il primo Papa che si pronunciò in modo solenne ed infallibile sulla Verginità perpetua di Maria fu san Martino I, nel 649. Il Concilio Vaticano II riecheggia la voce dei Padri della Chiesa ed afferma che il parto di Maria non diminuì ma consacrò la verginità della Madre16.

Cerchiamo di somigliare, dunque, a Maria Sempre Vergine, affinché la castità corporale sia anche per noi il segno’ della nostra fedeltà a Dio e della fecondità spirituale, a beneficio della Chiesa e dell’umanità intera.

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16. Cf. LG 57

FONTE: Padre Alessandro M. Apollonio; LE LITANIE LAURETANE. PREGHIERA MARIANA, PREGHIERA DELLA CHIESA;  © 2013,  CasaMarianaEditrice

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