12° giorno: Lo smarrimento di Gesù

Il terzo dolore di Maria Santissima si presenta come un mistero di dolore che trova la sua spiegazione soltanto nella missione salvifica della Madre divina, ossia nella missione che Ella ebbe quale Madre Corredentrice universale, condividendo in pienezza e totalità la missione di Gesù, il Salvatore, «servendo al mistero della Redenzione sotto di Lui e con Lui», come spiega il Concilio Vaticano II (LG 56).

Di fatto, dopo il ritorno dall’Egitto, nello scorrere sereno di molti anni vissuti in quell’umile casetta di Nazareth, durante l’infanzia e la fanciullezza di Gesù si viveva una vita di cielo, con esperienze di Paradiso per la Madonna e per san Giuseppe, pur vivendo, la Sacra Famiglia, una vita molto semplice e molto povera agli occhi del mondo.
In effetti, la Madonna e san Giuseppe, nella loro povertà, vissero giorni, mesi e anni di ineffabile comunione d’amore con Gesù bambino e ragazzo.

E ogni anno erano solleciti anche nel fare il pio pellegrinaggio da Nazareth a Gerusalemme per celebrare più santamente la principale e più grande festa del popolo ebreo: la Pasqua degli azzimi.
Quando Gesù ebbe raggiunto l’età dei dodici anni, però, in occasione del viaggio-pellegrinaggio pasquale a Gerusalemme, ci fu la novità di un terribile dolore per la Madonna e per san Giuseppe: Gesù ragazzo, infatti, senza che i genitori lo sapessero, invece di tornare con loro a Nazareth, volle restare a Gerusalemme, da solo.

Soltanto alla sera del primo giorno di cammino per il ritorno da Gerusalemme a Nazareth, la Madonna e san Giuseppe si accorsero che Gesù non c’era nel loro gruppo di pellegrini. Durante il viaggio, infatti, la Madonna pensava che Gesù stesse con san Giuseppe, e san Giuseppe, invece, pensava che Gesù stesse con la Madonna, dal momento che i bambini e i ragazzi potevano stare indifferentemente con il papà o con la mamma.
Non appena, alla sosta per la notte, essi si accorsero dell’assenza di Gesù nella carovana, un grande manto di tristezza e di angoscia invase l’anima dei due santi Sposi, i quali immediatamente si misero alla ricerca di Gesù, prima tra i pellegrini della carovana e poi lungo la strada, tornando a Gerusalemme, a piedi, da soli.

Arrivati nella Città santa, quale non fu la loro angoscia nel camminare e girare per le vie di Gerusalemme, cercando in ogni luogo possibile la presenza di Gesù, ragazzo dodicenne! Dove poteva mai essere?… Che cosa poteva essere successo?…
Come spiegare questa sua assenza così improvvisa?…
A chi rivolgersi, oltre che a Dio nella preghiera?…
L’ansia della ricerca acuiva il dolore e la stanchezza dei due santi sposi. Dopo il primo e il secondo giorno di affannosa ricerca, Gesù non l’avevano trovato. Al terzo giorno, però, recatisi essi al Tempio per pregare e per trovare sostegno nel loro travaglio, ebbero la sorpresa di udire, proprio là nel Tempio, la voce di Gesù e poterono subito vederlo mentre parlava fra i dottori del Tempio (che erano gli scribi e i farisei).

Un balzo al cuore fece trasalire la Madonna e san Giuseppe! Ecco Gesù, lo avevano ritrovato sano e salvo: era là, nel Tempio. D’impulso, la Madre non può trattenersi dal dire a Gesù la prima e più importante parola: «Figlio»! Come poteva non esserci tutto il suo cuore materno in quella sola parola? Le altre parole della Madonna, poi, sono il dolce lamento di un cuore materno che ha sofferto lo strazio indicibile della separazione inspiegabile dal suo tesoro di infinito amore, in quei tre giorni che dovettero sembrare interminabili…
«Figlio, perché ci hai fatto questo? Tuo padre ed io, angosciati, ti abbiamo cercato» (Lc 2,48). Misurare quell’angoscia della Madonna e di san Giuseppe!… Chi potrebbe mai, se non soltanto Iddio Onnipotente? Per avere un’idea, in particolare, della sofferenza della Madonna dovremmo sapere a quali vette celestiali e ardenti arrivava il suo amore a Gesù che Ella aveva sempre presente accanto a sé. Ma come potremo noi saperlo?

Impossibile. E proprio l’incommensurabilità dell’amore della Madonna a Gesù, e, reciprocamente, dell’a more di Gesù alla Madonna, può aiutarci a intuire l’immensità dell’angoscia della Madonna durante quei tre giorni di separazione da Gesù, misteriosamente scomparso e rimasto solo a Gerusalemme.

È nella misura della sofferenza che si trova la misura dell’amore verso una persona. L’angoscia della Madonna verso Gesù, smarrito in quei tre giorni, non poteva non essere un’angoscia incommensurabile, proprio perché il suo amore a Gesù era davvero incommensurabile! Perché noi, invece, con tanta facilità ci dimentichiamo di Gesù e della Madonna, senza soffrirne?… Proprio perché il nostro amore a loro è debole, è fragile, è fuoco semispento. Dovremmo perciò pregare spesso la Madonna Addolorata con le parole del beato Jacopone da Todi: «Fa’ che arda il mio cuore»!…

PREGHIERA CONSIGLIATA: Corona dei Sette dolori della Beata Vergine Maria

FONTE: Settembre, Mese dell’Addolorata, P.Stefano M. Manelli, 22 agosto 2013, © Casa Mariana Editrice.
(La traduzione, l’adattamento totale o parziale, la riproduzione con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm, i film, le fotocopie) nonché la memorizzazione elettronica, sono riservati per tutti i paesi.)
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Commenti

  1. annalisa lucchetti

    MADONNA mia ADDOLORATA,RENDIMI FOLLE D’AMORE PER TE,TI CHIEDO DI FARMI SUPERARE SAN
    MASSIMILIANO KOLBE !!!

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