Marzo: Mese di San Giuseppe – 22° Giorno

stellamatutina-san-giuseppe-con gesùEssi mi disprezzarono. Isaia, 1, 2.

1. Giuseppe fu disprezzato.
Non giova la bontà, la mitezza, la purezza della vita per ottenere, nel mondo, non dico approvazione, ma neppure tranquillità.
Il mondo plaude soltanto a chi la pensa come lui, a chi è disposto a passar sopra il lecito e l’onesto, adattandosi a quelle che sono le necessità della sua malizia. Tra il mondo e Dio c’è assoluta incompatibilità d’intesa.
Chi sta con Dio dovrà infallibilmente aspettarsi il morso velenoso del mondo, non riuscirà a schivarne gli strali.

2. Fu disprezzato per le sue virtù.
Chi è cattivo non si può dar pace che ci sia chi è buono: sarà forse perché chi è buono è per il cattivo un rimprovero vivente?
È certo che i malvagi trovano spesso la loro soddisfazione nel disprezzare i giusti.
E i giusti lo sanno, ed hanno messo questa dolorosa possibilità nel loro bilancio.
San Giuseppe vivendo con Gesù, che è tutta la bontà, deve anch’egli partecipare al disprezzo che sin dalla culla si appunta con­tro il Salvatore del mondo.
È un povero falegname, Giuseppe, e Gesù è dinanzi agli occhi degli uomini il figliuolo del falegname. Quando sarà grande glielo getteranno in faccia l’insulto: «Che cosa sai tu? Che cosa pretendi insegnare, nazareno, figlio di un legnaiuolo?».

3. Non ci turbiamo dunque se gli uomini ci disprezzano.
Se faremo bene, attenendoci con scrupolo alle massime del Vangelo, è quasi certo che, non andando d’accordo col mondo, il mondo non ce la perdonerà. Saremo tagliati fuori da’ suoi favori e non saranno certo per noi i pri­mi posti, le ricchezze, le soddisfazioni, i pia­ceri, la gloria. «Ma passa il mondo, e passa la sua concupiscenza…» Il Signore invece rima­ne in eterno, e ci aspetta nel suo Regno per dare a ciascuno il suo.
Giuseppe non s’è mai sognato di attendere approvazione e ricompensa dal mondo.
Insegnami, o Giuseppe santo, a seguire la virtù, ad operare il bene, non per le pro­messe del mondo, ma per l’amore di Cristo. Il tuo esempio mi giovi per accettare con en­tusiasmo l’isolamento, lo scherno e la disi­stima degli uomini, purché mi rimanga nel cuore la grazia di Gesù Cristo e mi sia riserbato per l’ultimo giorno il suo invito alla gloria celeste.

LETTURA
«È certo – medita Mons. Gay – che in san Giuseppe tutto sembra immenso all’occhio dell’anima. Il suo carattere e il primo aspet­to sotto il quale viene contemplato è la pro­fondità. È un carattere di una maestà e di una semplicità inaudite. Le proporzioni di Giu­seppe superano quelle degli esseri terrestri. Fin da questo mondo, egli è tutto del cielo; e il cielo dov’egli è, donde egli è, il cielo della sua vita e delle sue prodigiose funzioni, con­fina col cielo dei cieli che è il soggiorno del­la divinità. Quest’uomo è posto come sulla soglia di Dio per apparire di là al mondo, circondato di luci che ai nostri poveri occhi sembrano vere tenebre. É il più nascosto dei figli d’Adamo, ma perché egli è il più immerso di tutti nelle chiarezze dell’alto che la Scrit­tura chiama «inaccessibili». È un uomo san­to in tutta la forza del termine; un uomo a parte, riservato, ritirato, separato; un uomo nel quale si direbbe che tutto è interiore. È un uomo di Dio, tutto in Dio, è la perfezione compiuta di ciò che noi usiamo chiamare quaggiù un Figlio di Dio ».

FIORETTO
Nel disprezzo che potrò oggi comunque incontrare, voglio trovare un segreto di pu­rificazione.

GIACULATORIA
E’ bene per me l’essere stato umiliato.
Se ti dispregiano gli uomini, o Santo, tu dell’Altissimo sei onore e vanto.

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