Il “tempo” è la moneta che Dio ci dona per realizzare, sulla terra, il suo disegno d’amore, che è quello di averci tutti in Paradiso per un’eternità beata. Ma questa moneta da spendere sta nelle nostre mani, sta nelle mani di ogni uomo e ognuno deve spenderla liberamente per questo scopo, senza sciuparla mai. Se è vero, infatti, che noi renderemo conto, al Giudizio di Dio, di «ogni parola oziosa detta» (Mt 12,36), è altrettanto vero che renderemo conto anche di ogni minuto di tempo sciupato, come san Giovanni Bosco non si stancava di dire e ripetere ai molti giovani da lui educati e formati alla vera vita cristiana.
I tre Pastorelli di Fatima…
Il “tempo” che viene concesso da Dio all’uomo può essere lungo o breve. Il disegno della salvezza e santificazione vale sempre per tutti e per ciascuno: è valso per i due pastorelli di Fatima come Giacinta e Francesco dell’età di 7 e 9 anni, già beatificati, come è valso per la terza pastorella di Fatima, la cugina, suor Lucia di Fatima, Serva di Dio, che è vissuta fino all’età di 97 anni! Tutti e tre i Pastorelli di Fatima hanno avuto la moneta per santificarsi nel “tempo” stabilito da Dio e tutti e tre hanno portato a termine il disegno di Dio, spendendo bene, ciascuno di loro, la moneta del tempo avuto a disposizione.
Santi giovani e anziani…
Possiamo pensare anche a ragazzi santi come san Domenico Savio e santa Maria Goretti; a giovani santi come san Luigi Gonzaga e santa Teresina, san Gabriele dell’Addolorata e santa Gemma Galgani; a santi anziani o vecchi come san Giovanni Bosco e sant’Alfonso de’ Liguori, san Pio X e san Josemaría Escrivá e san Pio da Pietrelcina… Tutti, subito dopo la loro morte, hanno reso conto dell’uso del tempo ricevuto da Dio. E “beati loro!”, perché hanno saputo corrispondere realizzando il piano di Dio negli anni di tempo da Lui stabiliti.
E noi, invece?… Ah!… Come vorremmo anche noi, soprattutto sul letto di morte, aver utilizzato bene tutto il tempo che ci era stato concesso o, almeno, come vorremmo avere ancora un po’ di altro tempo a nostra disposizione per poter davvero adoperare bene!… Ma, ormai, quel che è fatto è fatto per sempre: «Tempus non erit amplius (Non ci sarà più tempo)» (Ap 10,6), e «nessuno può più operare» (Gv 9,4).
Non sciupare il tempo
Decidiamoci, dunque, ad usare santamente almeno il tempo che ci rimane. Basta con le indolenze, le pigrizie, gli sprechi di tempo prezioso per cose vane, superflue al corpo e dannose all’anima. Attenti al mondo, alle sue attrattive e alle sue seduzioni!
Riguardo al “mondo”, sant’Agostino fa queste raccomandazioni illuminate:
«Usa del mondo, senza lasciarti accalappiare dal mondo. […] Adopera la ricchezza come il viaggiatore fa dell’albergo, della mensa, del bicchiere, dell’orciuolo, del letto, pensando di doverli lasciare, non di dover restare sempre là.
Usa del mondo come se non ne usassi; persuaditi che sei per strada. Puoi ristorarti: essendo viandante ti ristori e tiri innanzi; non porti via con te ciò che trovi nell’albergo. […] Nudo sei venuto al mondo e nudo tornerai in seno alla terra».
Sant’Alfonso Maria de’ Liguori…
Ascoltiamo anche sant’Alfonso che con la sua paterna premura ha scritto nella sua preziosissima opera dal titolo ben significativo Apparecchio alla buona morte, queste prudenti e accorate parole di esortazione: «Perché rimetti a domani quel che puoi fare oggi? Il tempo trascorso non è più tuo; l’avvenire non sta a tua disposizione, non hai che il presente per fare il bene».
Per questo, dunque, debbo subito dedicarmi con tutte le forze alla mia anima da salvare, ricordando bene che, come dice san Tommaso d’Aquino, «l’universo non ha nulla di più grande dell’anima umana». Perciò debbo salvare il mio tempo da vanità e cupidigie che sfigurano la mia anima; debbo dedicarmi, invece, alle opere di carità e di misericordia, utilizzando il tempo libero per dare il mio aiuto in famiglia, in parrocchia, tra i più poveri e bisognosi. Inoltre, posso e debbo pregare ogni giorno di più, senza sciupare neppure i momenti di tempo per una breve sosta o per un breve tratto di cammino, come faceva san Pio da Pietrelcina che non attraversava un corridoio del convento senza avere la mano che stringeva la corona del Rosario sotto la pettorina, o come facevano tanti santi che camminavano per le strade moltiplicando le pie giaculatorie come continui atti di amore e di supplica per la salvezza dei peccatori e specialmente dei moribondi che rischiano la perdizione nell’Inferno eterno!
San Carlo Borromeo…
San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, era molto attento a non sciupare il tempo durante il giorno perché voleva che al Giudizio di Dio i suoi giorni fossero tutti “dies pleni”, giorni pieni di preghiera e sacrificio. Per questo spesso egli ripeteva a se stesso: «Nunc cœpi (Ora incomincio)», e non dava mai segni di stanchezza mostrandosi sempre sollecito in ogni cosa; se qualcuno lo esortava a riposarsi un po’, egli rispondeva: «Ma se incomincio ora!…». E quando talvolta gli impegni pastorali gli facevano oltrepassare l’ora del pranzo, arrivava a dire allegramente: «L’ora del pranzo è passata e non ritorna più; quindi non si mangia più…».
Santo Curato d’Ars…
Non meno preoccupato era il santo Curato d’Ars, il quale, utilizzando tutto il tempo nel confessare a purificare le anime, arrivava a lamentarsi che il sole tramontasse troppo presto, per cui egli era costretto a rubare le ore della notte per poter continuare a confessare, a volte, per diciotto ore ogni giorno, chiuso nel confessionale, mentre l’amore verso le anime gli faceva ripetere: «Non morirei mai, se sapessi di poter salvare ancora un’anima!».
Così i santi usavano il tempo operando sempre il bene in ogni cosa grande o piccola. Guardiamo ai loro esempi e insegnamenti, dunque. Ricordiamoci che se si utilizza santamente il tempo, si possono fare ogni giorno tanta preghiera in più, tanti piccoli sacrifici in più, tante piccole opere buone in più. Impegniamoci e facciamolo, con l’aiuto materno della Madonna sempre accanto a noi che siamo suoi figli d’amore.
FONTE: I “Novissimi”. Meditazione per ogni giorno del mese di novembre, P.Stefano M. Manelli, ottobre 2016, © Casa Mariana Editrice.
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