Educhiamoli ad amare il Papa

La sera del 13 maggio 1887 Don Bosco si presenta in udienza al papa Leone XIII.

Il Papa gli muove incontro sorridendo. Fa un cenno a monsignor Della Volpe che gli avvicini una sedia.

La sedia era a una certa distanza; il Papa la tira a sé, vi fa sedere Don Bosco, lo prende per mano e stringendogliela amabilmente:
Oh, caro Don Bosco – gli domanda – come state?
Come state?
E dopo una breve pausa:
Don Bosco – prosegue il Papa – forse avete freddo, non è vero?
Va al suo letto, ne scosta le coperte, ne toglie un plaid copripiede: – Vedete – continua – questo bel tappeto d’ermellino, che mi fu regalato oggi per il mio giubileo sacerdotale? Voglio che voi siate il primo ad adoperarlo. – E con tutto grazia glielo accomoda sulle ginocchia. Poi torna a sedersi, riprende a stringergli la mano e continua il colloquio.

Quell’ultimo incontro di Don Bosco con il Papa era come la più bella conclusione di tutta una vita spesa per educare i giovani all’amore al Papa e alla Chiesa. Quando Pio IX era dovuto andare esule a Gaeta, Don Bosco gli aveva inviato una lettera commovente e un’offerta di denaro raggranellato con il sacrificio personale di ognuno dei suoi birichini. Quel dono fece venire le lacrime agli occhi del Papa. Don Bosco era solito dire: “Chi è unito al Papa, è unito con Gesù Cristo”.

Occorre, come Don Bosco, educare i ragazzi ad amare il Papa, perché il Papa è il “dolce Cristo in terra”. Il nostro Fondatore, per confessione di profani e liberali del suo tempo, ebbe “l’arte di innamorare del Papato più di mille maestri clericali e di mille giornalisti così detti cattolici coi loro eccessi”. L’immortale Pio XI, ricordando il suo personale incontro con Don Bosco, affermava “d’aver potuto leggere nel suo cuore, come al di sopra di ogni gloria egli poneva quella di essere il fedele servitore di Gesù Cristo, della sua Chiesa, del suo Vicario”.

Occorre, come Don Bosco, educare i ragazzi ad amare il Papa, perché il Papa è la guida infallibile. L’uomo ha estremamente bisogno di una guida sicura, altrimenti non trova la strada che lo conduce a Dio. La Chiesa infallibile ci è stata data come madre e guida. Essa procede come una nave sul mare. Al timone di quella nave c’è il Papa, che è infallibile quando si tratta della dottrina della salvezza.

Don Bosco in un sogno meraviglioso vide al comando della nave ammiraglia della Chiesa il romano Pontefice, che guidava tutta la flotta in mezzo agli attacchi dei nemici. E fu la vittoria. La nave ammiraglia andò ad ancorarsi tra due altissime colonne granitiche che sorgevano in mezzo al mare. Su di una dominava la statua dell’Immacolata e alla base si leggeva la scritta latina: “Ausiliatrice dei Cristiani”. Sull’altra colonna, più alta e massiccia, raggiava un’Ostia, e sotto vi si leggevano le parole latine: “Salvezza dei credenti”.

Questo spiega perché Don Bosco ripeteva: “Tutto col Papa, per il Papa, amando il Papa”.

FONTE: Educhiamo come DonBosco, EditriceSalesiana

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