Quando S. Massimiliano Maria Kolbe era fanciullo di sette anni aveva l’argento vivo in corpo. Era molto buono e laborioso, ma era vispo e anche bollente di vivacità. Un giorno dovette combinare una grossa birichinata, se la sua buona mamma gli rivolse queste accorate parole: «Figlio mio, che sarà di te se continui così? …». Inaspettatamente, queste parole della mamma fecero presa così dolorosa sul fanciullo che, da quel momento, egli divenne triste e silenzioso, ci pensò sopra ci pianse, ci pregò. Ai piedi dell’altare, il ragazzo chiedeva alla Madonna di rispondere Lei alla domanda angosciosa della mamma.
A quelle preghiere innocenti, la Madonna rispose di persona. Apparve al piccolo Raimondo (così si chiamava Massimiliano quando era a casa) e gli apparve con due corone in mano, una bianca e una rossa facendogli capire che la corona bianca significava la vita verginale consacrata mentre la corona rossa significava il martirio. La Madonna chiese al piccolo quale delle due corone volesse, ma il fanciullo protese le manine per prenderle tutte e due. La Madonna gli sorrise e scomparve.
Queste furono le radici mariane della vocazione di S. Massimiliano, ossia di questo affascinante cavaliere dell’Immacolata suo apostolo ardente, capace di «marianizzare» tutto ciò che pensava e faceva, audace nel servirsi di ogni mezzo lecito, grande o piccolo,
per portare dovunque l’Immacolata come aurora di salvezza per ogni anima, come Genitrice di Gesù in ogni cuore che batte sulla terra.
Per la sua splendida esperienza, S. Massimiliano potrà affermare e confermare con forza che la Madonna è la Madre delle vocazioni, è la Madre dei consacrati, è la Madre dei Sacerdoti, è la Formatrice dei Santi.
Noi non conosciamo direttamente la nascita di ogni vocazione, ma sappiamo che la Madre della grazia è veramente Madre di questa grazia elettissima, e nessuna «chiamata» può avvenire senza la diretta partecipazione della Madonna.
Se potessimo scoprire i particolari più segreti della nascita della vocazione in ogni Santo, in ogni «chiamato», vedremmo sempre l’azione materna di Maria che opera con ogni cura.
Sappiamo, ad esempio, che S. Francesco d’Assisi scoprì la sua più genuina vocazione evangelica nella chiesetta di S. Maria degli Angeli. Da quella chiesetta mariana, come dal Cuore dell’Immacolata, si diffuse l’Ordine francescano per tutto il mondo, e in quella culla mariana S. Francesco volle concludere la sua missione serafica sulla terra.
Tante volte la Madonna ha suscitato e poi ha accompagnato il cammino di una vocazione, salvandola da sicura perdita. E il caso di S. Gabriele dell’Addolorata, di questo giovane ardente che stava rischiando di perdere il «dono» di Dio. Ebbene, durante una processione dell’icona della B. Vergine, a Spoleto, il giovane si sentì guardato, fissato dagli occhi materni di Maria, e udì queste parole scandite da Lei nel suo cuore: «Francesco, Francesco, il mondo non è per te; ti aspetta la Religione». Questo richiamo materno scosse Francesco Possenti, lo illuminò sul suo cammino pericoloso nel mondo, lo spinse a una decisione risoluta: entrare fra i Passionisti. Vi entrò, e in pochi anni divenne S. Gabriele dell’Addolorata.
E come non ricordare lai salvezza della vocazione sacerdotale del Santo Curato d’Ars ? Per quanto studiasse con impegno, il S. Curato d’Ars era poco preparato scolasticamente, e, quando si presentò agli esami per l’Ordinazione sacerdotale, non soddisfece per nulla i professori di teologia che lo ritennero inadatto al Sacerdozio. Ma il Padre Rettore conosceva una cosa molto importante di questo candidato: conosceva che amava molto la Madonna e recitava molto bene il S. Rosario.
Parlò di questo ai professori e ottenne che il candidato fosse ammesso al Sacerdozio proprio per questo: perché amava la Madonna e recitava bene il S. Rosario.
Non meno dolorosa fu la vicenda di S. Stanislao Kostka per salvare la sua vocazione religiosa, e altrettanto evidente fu la presenza della Madonna, che lo guidò nei momenti più critici. Fu la Madonna ad apparirgli, una volta, e a ordinargli di non attendere oltre, ma di recarsi da Vienna a Roma, per entrare nella Compagnia di Gesù. Lungo la via, Ella lo protesse dall’inseguimento del fratello che voleva impedire, a tutti i costi, quell’entrata di Stanislao fra i Gesuiti. Per gratitudine filiale, S. Stanislao fu innamoratissimo della Madonna negli anni di vita religiosa. E la Madonna lo santificò e lo chiamò presto in Paradiso proprio il 15 agosto, giorno solennissimo della sua Assunzione in Cielo.
Altro esempio di salvezza della vocazione da parte della Madonna è quello che leggiamo nella vita di S. Pietro Chanel, martire dell’Oceania. A quindici anni, Pietro studiava con impegno nel Seminario, ma non rendeva. Stava ormai per scoraggiarsi di fronte agli insuccessi scolastici, e pensava già di rinunciare agli studi per far ritorno alla casa paterna. Si confidò, per caso, con una pia persona che gli chiese con premura: «Prima di abbandonare, hai consultato la Madonna?». Pietro rispose di no. «Ebbene, gli disse quella. va’ prima in chiesa a pregare la Madonna?». Pietro ascoltò il consiglio, si recò in chiesa, e pregò a lungo ai piedi della Madonna. Poi tornò da quella persona tutto sereno e ardente. Le disse: «Ho pregato la Madonna, e resto!». La Madonna aveva salvato la sua vocazione al Sacerdozio e al martirio. San Pietro fu sempre così grato alla Madonna, che una volta si fece uscire una goccia di sangue, vi bagnò la penna e scrisse: «Amare la Madonna e farla amare!».
Talvolta la grazia della vocazione viene insieme a quella della conversione da una vita disordinata. La Madonna converte e chiama al servizio di Dio nello stesso tempo. Così successe a S. Camillo de’ Lellis, che menava una vita scapata, senza riuscire a mettersi a posto una volta per sempre. Ma un giorno, tornando da S. Giovanni Rotondo a Manfredonia a metà strada sul Gargano, fu colpito improvvisamente da una luce folgorante, che lo illuminò interiormente sul suo stato pietoso di peccatore e gli provocò un pentimento così bruciante che egli si fermò a lungo a piangere lacrime cocenti. Da quell’ora risolse di cambiare vita radicalmente e di consacrarsi tutto a Dio. Ma volle chiedersi come mai proprio quel giorno avesse ricevuto una grazia così straordinaria, e si ricordò che quel giorno era il 2 febbraio, festa della Purificazione di Maria SS.. Allora esclamò fuori di sé dalla commozione: «Adesso so chi mi ha impetrato tanta grazia!».
La Madonna vegli su tutti i suoi figli, ma in modo speciale su quelli che Gesù vuole scegliere come «suoi». Se i «chiamati» sono i prediletti di Gesù, non possono non essere anche i prediletti di Maria. E chi mai potrà dire le cure materne e delicate della Madonna verso gli «eletti» di Dio, i «ministri» del Signore, le «spose» di Gesù?
Concludiamo con gli esempi dolcissimi di due angeliche vergini consacrate, S. Bernardetta e S. Teresina, coltivate dalla Madonna come due gemme di sublime bellezza.
La vocazione di S. Bernardetta non è forse tutta segnata e illuminata dalla presenza dell’Immacolata? Perché Bernardetta si sentì spinta all’immolazione della vita religiosa? Solo perché «quando si è vista la Madonna non si desidera più nulla della terra».
E sufficiente la visione della Madonna per accendere in un cuore il bisogno di consacrarsi a Dio. Così avvenne anche alla piccola Melania, veggente di La Salette; così è avvenuto anche alla veggente di Fatima Suor Lucia.
Lo stesso avvenne a S. Teresina, quando a dieci anni vide il sorriso celestiale della Madonna che la guarì da un male inesorabile. Da quel «sorriso» della Madonna S. Teresina ebbe anche la rinnovata certezza che la Divina Madre vegliava con premura sul suo «piccolo fiore» ed era attenta a «raddrizzarlo e fortificarlo in modo tale che, cinque anni dopo, questo si apriva sulla fertile montagna del Carmelo».
A questo punto possiamo anche aggiungere che la Madonna non solo veglia su ogni vocazione, ma è stata Ella stessa la celeste ispiratrice di Ordini e Istituti religiosi che si gloriano, giustamente, di essere «mariani». I Carmelitani e i Serviti, ad esempio, affondano le loro origini direttamente in Maria ed esistono per Lei. E del resto, è all’Immacolata che ogni anima consacrata deve rifarsi come alla sua radice, perché Ella è stata la «piena di grazia»(Lc 1,28) per tutti noi, come dice S.Bernardo, Ella è stata la prima eletta, la prima consacrata, la prima seguace di Gesù, la prima religiosa di Dio, la prima «ministra» della Redenzione, la prima Sposa di Dio, la prima Vergine Madre di Dio e dell’umanità.
Giovane che leggi, ascolta e medita. Se vuoi la vocazione perché non ce l’hai, ricorri alla Madonna. Se hai la vocazione e vuoi custodirla perfettamente, affidala alla Madonna. Se sei in pericolo di perdere la vocazione, ricorri subito alla Madonna: Ella farà anche miracoli per salvarti il «dono» di Dio, purché tu ricorra a Lei con fiducia e affetto di figlio. Su Lei riponi ogni speranza, perché ti faccia raggiungere il Paradiso per la sua stessa strada: la consacrazione a Dio.
Fonte: VIENI E SEGUIMI, Padre Stefano M. Manelli