Libro Secondo: Conoscere Maria – 4° Capitolo

“Donna ecco tuo figlio”

1) Ti benedico e ti ringrazio, Signore Gesù Cristo, consolatore di tutti gli afflitti, per il doloroso rispetto con cui guardasti la tua dilettissima Madre ai piedi della croce, in preda ad angoscia mortale. L’immensità del suo dolore la conoscevi bene soltanto tu, che eri profondo conoscitore del suo cuore e non avesti in terra essere più caro della tua Vergine Madre. Ma anche lei non amò nessuno più di te, suo Divin Figlio, che appena nato da lei riconobbe Signore di tutte le cose e suo Creatore. Perciò, guardando appeso alla croce te, che amava infinitamente, viveva più in te che in sé; e quasi totalmente astratta da sé, era anch’essa appesa alla croce: «crocifissa» in spirito con te, benché con il corpo fosse ancora accanto alla croce in lacrime.

2) Ti lodo e ti rendo gloria per la tua infinita compassione, per cui eri filialmente «consofferente» con la tua addoloratissima Madre, che in verità soffriva i tuoi dolori come suoi e le tue ferite come proprie, quando con nuovi contorcimenti spasimavi; e con occhi materni vedeva scorrere il sangue dal tuo corpo, e sentiva la tua voce che parlava a lei.

3) Ti lodo e rendo gloria per le bellissime parole, con cui brevemente ti rivolgesti alla tua Madre desolata, raccomandandola al tuo discepolo prediletto Giovanni, come a fedelissimo sostituto. E unisti la Vergine al vergine Giovanni con il vincolo della indissolubile carità, dicendo: «Donna, ecco tuo figlio!» (Gv 19,26); e al discepolo: «Ecco la tua Madre! » (Gv 19,27).

4) Felice comunione e gradita consegna, che unì e consacrò una integrità verginale. Con questa espressione, infatti, manifestasti l’affetto di un’amorevole preoccupazione per l’onorabilità di tua Madre, cui affidasti il conforto di un casto discepolo; e le offristi, in qualche modo, un altro figlio in armonia con la purezza dei suoi costumi e capace di provvedere alla necessità della sua vita. Era giusto che la tua filiale provvidenza si comportasse così, perché una Madre Santa e Vergine illibata non mancasse di un fedelissimo servo; e perché Colei, che stava per essere privata della tua dolcissima presenza, non poteva apparire quasi abbandonata e straniera tra i giudei.

5) Accogli dunque o Maria, dolcissima Madre di Dio, questa disposizione del Figlio tuo e questa decisione così dolce. Accogli con affetto questo discepolo, che ti ha donato tuo Figlio Gesù. È l’apostolo Giovanni, vergine eccellente, il più amato da Gesù, di soavi costumi. Egli è verecondo nel volto, modesto nel tratto, sobrio nel cibo, umile nel vestire, ossequente, pronto all’obbedienza. È il discepolo più amato, molto legato a te, stimato, puro di mente e vergine di corpo, gradito a Dio e caro a tutti. Perciò del tutto degno di vivere con te, Madre di Dio. So bene, inoltre, che a te sempre piacque e sempre piace ciò che piace al Figlio tuo; e che desideri la realizzazione di quanto Egli dispone, poiché in tutti i suoi atti non ha mai compiuto la propria volontà, ma sempre ha cercato la gloria del Padre. Perciò non dubito che ti piacque quando, prossimo a morire, ti lasciò Giovanni come suo sostituto.

6) E tu, san Giovanni, accogli il desiderabile tesoro che ti è stato affidato. Accogli la venerabile Madre di Gesù, la Regina del cielo, la Signora dell’universo, la tua diletta Parente, sorella di tua madre: la Vergine Santa. Finora la Beata Vergine era solo la tua parente, per diritto di sangue. Ora invece sarà tua Madre con un vincolo più sacro e per diritto divino, affidata a te per grazia speciale. Anche tu, che prima eri figlio di Zebedeo secondo la carne, fratello di Giacomo il Maggiore e parente del Salvatore, in seguito, divenuto discepolo di Gesù, sarai chiamato con nome nuovo: «figlio adottivo di Maria», cui obbedirai con amore filiale per tutto il resto della tua vita. Esegui, dunque, quanto Gesù ti comanda; metti in pratica l’ordine del sacro affidamento e otterrai l’onore e la riconoscenza di tutto il mondo.

7) Giovanni eseguì con somma gioia quanto Gesù gli disse dall’ alto della croce. Infatti «da quel momento la prese nella sua casa» (Gv 19,27), ebbe cura di lei, la servì con sollecitudine, le obbedì incondizionatamente e l’amò con tutto il cuore. Godi dunque e rallegrati, beatissimo Giovanni, per il dono che ti è stato affidato: giacché ciò che Gesù aveva di più caro al mondo, lo consegnò con fiducia a te. Ti arricchì a dismisura, quando legò a te quasi con testamento Maria, che gli angeli santi non sono in grado di lodare degnamente.

8) Cristo consegnò a san Pietro le chiavi del Regno dei cieli; ma costituì te suo sostituto per la Madre. Un giorno Maria fu sposata a Giuseppe, ma fu affidata a te. A lui disse l’angelo: «Non temere di prendere con te Maria, tua sposa» (Mt 1,20). Ora il Signore degli angeli dice a te: «Ecco la tua Madre» (Gv 19,27); e come Giuseppe fu vicino alla Vergine nella nascita del Figlio, così tu devi starle vicino nella passione di Cristo, e per lungo tempo dopo la sua ascensione al cielo.

9) Se san Giovanni Battista fosse stato ancora in vita, per diritto di parentela e in virtù della sua castità sarebbe stato molto idoneo a servirla e suo insigne custode. Ma Giuseppe non c’è più, poiché non si conosce se è ancora in vita oppure è morto; Giovanni, in catene per lungo tempo, è stato ucciso; Gesù è ormai prossimo a morire e a sparire dagli occhi della Madre. E allora tu devi fare le veci di tutte queste persone a lei care; e devi fare le veci di Cristo, quale pegno del Figlio che le viene sottratto. Confido nel Signore Gesù, che questo sarà molto gradito a tuo fratello Giacomo e a tutti gli altri apostoli; che nessuno dei tuoi amici ti invidierà e che chiunque abbia stima di te si rallegrerà sinceramente. La ricchezza delle tue virtù ha meritato questo grande premio: ossia un perfetto «disprezzo del mondo», l’amore per Gesù, la dolcezza dei modi, l’integrità verginale, la serenità della mente, la libertà dell’ anima, la purezza del cuore e la probità della vita.

10) Prendi dunque in tua custodia la Madre di Cristo, e ne conseguirai una grazia immensa. Accanto a lei farai molti e grandi progressi spirituali; sarai istruito dalle sue parole, edificato dai suoi esempi, aiutato dalle sue preghiere, incoraggiato dalle sue esortazioni, infiammato dal suo amore, attratto dalla sua devozione, elevato dalla sua contemplazione, ripieno di gioia, riempito di celesti delizie. Ascolterai dalla sua bocca i misteri di Dio, conoscerai cose nascoste, apprenderai cose mirabili e comprenderai cose ineffabili.

11) Per la tua presenza diventerai più casto, diventerai più puro, diventerai più santo e progredirai ancor più nella tua devozione. Lo sguardo di lei è pudicizia, prudenza il suo parlare, giustizia le sue azioni. Gesù è la sua lettura, Cristo la sua meditazione, Dio la sua contemplazione. Il decoro del suo volto brilla come la luce, il suo aspetto rispettabile non offende nessuno, il suo comportamento rende casto chi la guarda. La sua parola allontana ogni male.

12) Talmente grande è la dignità di Maria, che supera tutti i santi per purezza e grazia. Di lei tu avrai la custodia, affidata dal Sommo Re del cielo. Perciò offrile con diligenza i tuoi servizi, rendile onore, prestale premurosa attenzione. Resta accanto alla croce, vigila sulla Vergine, sostienila, abbracciala, sorreggila se viene meno, consolala se piange. Piangi con lei che piange, gemi con lei che geme, seguila se cammina, fermati se si ferma e siedi con lei, se si mette a sedere.

13) Se piange, non allontanarti; se soffre, fai opera di misericordia. Infine preparati alle esequie di Gesù che muore; conduci con te la Madre al luogo della sua sepoltura, riconducila in città, a casa e conforta la consolatrice di tutti gli afflitti. Sii suo servitore angelico, e anche in questo ufficio potrai offrire sollievo a chi è più degno di te. Cristo infatti venne confortato da un angelo nella sua agonia. Benché non ne avesse bisogno, volle essere visitato da un inferiore e non rifiutò di essere da lui consolato.

14) Ecco, carissimo Giovanni, a quale eccelsa missione sei chiamato, quale Vergine ti viene affidata, di chi è Madre colei cui devi prestare le tue cure. Infine, ti scongiuro umilmente di pregare tanto per me peccatore, affinché io pure sia fervoroso nell’amore di Cristo e sia trovato degno di lodare la Beata Vergine e di partecipare ai suoi dolori.

FONTE: Tommaso da Kempis; Imitazione di Maria.
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