Marzo: Mese di San Giuseppe – 21° Giorno

stellamatutina-san-giuseppe-con gesùI giusti sono misericordiosi. Prov., 13,13.

1. Giuseppe ha compassione di Gesù.
Messo a parte dei divini misteri, il Patriar­ca santo non sta presso Gesù e Maria come un custode e un protettore che compia solo materialmente il suo ufficio. Egli non è un estraneo preso a servizio, per trovar modo di tirare innanzi la vita: egli è della famiglia di Gesù e di Maria. E Gesù è al centro di questa famiglia: è il segreto, il perché di essa. Gesù poi è un candidato alla fatica, all’in­comprensione, alla persecuzione, all’ingra­titudine, alla morte.
Giuseppe lo sa. E il doloroso avvenire del suo divino protetto è la sua passione. Soffre, senza dirlo e senza mostrarlo, con Gesù.

2. Giuseppe ha compassione di Maria.
Nulla sfugge allo sguardo di una mamma: nulla può sfuggire allo sguardo di Maria, quando pensa, sogna, guarda a Gesù.
La profezia crudele del tempio le è rimasta davvero in mezzo al cuore, come una spada. Ed ella, non tenta, perché non vuole, di strap­parsela dal petto. Sa che la stessa spada, dal momento della nascita, ha trafitto il Cuore del suo innocentissimo Figliuolo. Sulla croce, quando Gesù sarà morto e Longino, per tutti, compirà il gesto crudele, allora tutti se ne ac­corgeranno, e la ferita del costato li condurrà a scoprire l’immensa ferita del Cuore.
Quante volte Maria piange senza lacrime, per non addolorare Gesù, per non turbare Giu­seppe. Ma Giuseppe indovina quelle lacrime ed è con la Madre e col Figlio ancor più, se è possibile, premuroso e gentile.

3. Giuseppe ha compassione di noi.
Accettando e compiendo la sua nobilissi­ma ma quanto tremenda missione, Giuseppe mostra di aver anche per noi viscere di mi­sericordia. Egli associa la sua offerta, per quanto al paragone tanto piccola, con quella del Figlio divino e della purissima Madre di Lui: anch’egli si fa con essi, dinanzi all’Eter­no Padre, ostia pura, viva, santa, accettevole.
Grazie, o compassionevole Giuseppe, che sei lieto di soffrire e di offrire per i fratel­li, quanto più bisognosi di te di redenzione, le ricchezze del tuo cuore. Grazie! La tua le­zione mi sia di stimolo ad esser pietoso con coloro che son pellegrini con me verso il cie­lo, pronto anch’io a mettere in comune con essi quelli che sono i doni di Dio e concorre­re in qualche modo, per le vie della carità, a rendere ad essi ed a me più agevole il cam­mino verso la patria beata.

LETTURA
«San Giuseppe che ha tante cose da dire – medita Ernesto Hello – non parla. Egli con­serva nel fondo dell’anima le grandezze che egli contempla: e le montagne si innalzano infondo a lui sulle montagne, e le montagne fanno silenzio. Gli uomini sono trascinati dal fascino delle bagattelle. Ma san Giuseppe re­sta nella pace della sua anima e in possesso del suo silenzio. Fra le scosse del viaggio in Egitto, in questa fuga di Gesù Cristo già perseguitato, tra i pensieri, i sentimenti, le sorprese, gl’incidenti, le difficoltà di questo viaggio, colui che rappresenta Dio Padre prende la fuga, come se fosse debole e colpevole; egli fugge in Egitto, nel paese dell’ago­nia; ritorna in quel luogo terribile nel quale i suoi antenati erano fuggiti sotto la prote­zione dell’Eterno. Segue le strade che per­corse Mosè, e le segue in senso inverso. E mentre va in Egitto, mentre è in Egitto, si ri­corda di aver cercato un posto nell’albergo e di non averlo trovato!».

FIORETTO
Non mi lascerò sfuggire l’occasione di sol­levar la miseria o la tristezza degli altri.

GIACULATORIA
O Consolatore dei miseri, prega per noi.
Tutte le lacrime consoli, buono: per tutti gli uomini chiedi perdono.

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