Santa Teresa di Gesù

Santa Teresa di Gesù, vergine gloriosa della Spagna, ardente castigliana, serafina del Carmelo, madre d’innumerevoli anime, regina della mistica, fu « tutta fuoco» anche nell’amore alla Madonna.
Contraria ad ogni misura, nel bene, puntava sempre al massimo della perfezione senza riserve o limiti. Anche nell’amore alla Madonna ella potette scrivere ‘ queste parole stupende: « Dopo Gesù, voglio essere la persona che più ha amato la Madonna».
Di più non si potrebbe dire, nè fare.

Famiglia cristiana

Santa Teresa nacque ad Avila il 28 marzo 1515, alle cinque del mattino, in una famiglia nobile e pia.
La mamma era singolarmente devota della Madonna, e ci teneva a istillare nei cuori dei suoi figli una tenera devozione alla Beata Vergine.
Del resto, tutta la vita della famiglia, con il papà a capo, era scandita dalla preghiera che animava i momenti forti della giornata. Mattina e sera si recitavano le preghiere. Ogni giorno la S. Messa. Tre volte aI giorno si recitava l’Angelus. A tavola c’era la benedizione della mensa con la lettura del Santo del giorno. A sera si andava all’ascolto della predica. Nelle serate d’inverno, attorno al focolare, il papà leggeva qualche episodio della S. Scrittura o della vita dei I Santi.
Quale famiglia cristiana! Menava una vita religiosa forte e costante e la devozione alla Madonna costituiva la perla della pietà più dolce e filiale.
La piccola Teresa assimilava molto bene questa devozione alla Madonna e si industriava fin da allora a ritirarsi in luoghi solitari a recitare il Rosario e a fare atti di venerazione verso la Celeste Mamma. Lo scriverà lei stessa in seguito: «Cercavo la solitudine per recitare le mie preghiere, che erano molte, specialmente il Rosario, di cui mia madre era molto devota, e voleva che lo fossimo pur noi ».

La nuova Mamma

Da piccola, Teresa perdette la mamma. Aveva dodici anni; era ancora bisognosa dell’affetto materno. Ma la fanciulla non si perdette d’animo. Anzi, seppe subito a chi rivolgersi, e le fu naturale affidarsi alla Madonna perché le facesse da Mamma celeste e terrena.
Ella stessa ce lo fa sapere: « Appena compresi la gran perdita ·,che avevo fatto, mi portai tutta afflitta ai piedi di una ·statua della Madonna, e la supplicai con molte lacrime a volermi fare da madre. E mi sembra che la mia preghiera, fatta con tanta semplicità, sia stata favorevolmente accolta, perché non vi fu mai cosa in cui mi sia raccomandata a questa Vergine sovrana senza che ne venissi subito esaudita».
Da queste parole comprendiamo che l’esperienza della maternità e della mediazione di Maria, nella vita di S. Teresa, dovette essere speciale e laboriosa, come la missione che ella era stata chiamata a realizzare in seno alla Chiesa e all’Ordine carmelitano.

« Mi fece tutta sua »

Già da piccola, Teresa manifestò una tendenza fondamentale, di cui ancora non poteva rendersi conto: la tendenza al monastero.
Tale tendenza le veniva fuori soprattutto nel gioco, come ella stessa scriveva: « Con le altre bambine, il mio divertimento preferito era costruir monasteri e fare da monachine ». C’è già, la fondatrice in erba! E quella sua ricerca dei luoghi solitari per pregare a lungo non preannuncia forse la futura monaca contemplativa?
Certo è, però, che il germe divino della vocazione dovette correre brutti pericoli nel periodo dell’adolescenza, quando Teresa ebbe un certo smarrimento dietro le vanità femminili e le piacevolezze della vita elegante, con amicizie non tutte rassicuranti, pur conservandosi essa sempre piena di nobiltà e di candore.
In questo periodo delicato, il papà la mandò nel collegio di S. Maria della grazia, tenuto dalle Agostiniane. L’esperienza della vita collegiale e la conoscenza di qualche monaca aiutarono efficacemente in Teresa la maturazione del germe divino della vocazione religiosa.
Soprattutto una santa monaca agostiniana, Suor Maria Briceno, la colpì quando le confidò che « si era fatta monaca per aver letto nel Vangelo che molti sono i chiamati ma pochi gli eletti ».
Quei pochi anni di collegio le fecero maturare la riflessione sulla vanità del mondo, la brevità della vita, il rendiconto a Dio.
Quando tornò a casa era tornata ad essere, più matura e cosciente, la Teresa piena di ardore per le realtà della fede e per la vita spirituale.
In tutto questo periodo di lenta e salutare trasformazione, Teresa avvertì così materna e feconda l’azione della Madonna, che Potrà scrivere: «Ella, infine, mi fece tutta sua ».

Nel Carmelo di Maria

La Madonna voleva Teresa nel suo Ordine, rivestita del suo abito, tutta mariana: il Carmelo dona tutto ciò ai prediletti della Gran Regina.
E S. Teresa entrò nel Carmelo di Avila scappando di casa, perché il papà voleva impedirglielo. Si era sul finire dell’ottobre 1536. Fece la vestizione pochi giorni dopo, il 2 novembre. Emise la professione religiosa il 3 novembre dell’anno seguente.
Adesso· Teresa era davvero della Madonna, che l’aveva fatta « tutta sua ». E per tutta la vita ella amò con tenerezza ardente questa sua Divina Mamma, Patrona dell’Ordine Carmelitano, tenendosi sempre· attaccata a Lei, facendo ogni cosa sotto la sua guida, rivestita del suo santo abito.
Specialmente nelle prove, nelle malattie, nei travagli, ella trovò in Maria il porto sicuro della salvezza o della ripresa. Una volta si era ridotta in fin di vita, e aveva chiesto di confessarsi e comunicarsi. Purtroppo, come succede anche fra cattolici ferventi, la famiglia di lei, presso cui ella si trovava, non volle spaventarla con. il pensiero di una morte imminente e non le chiamarono il Sacerdote. La Santa entrò in agonia e in catalessi. Sembrava morta a tutti gli effetti. Si preparò anche In cassa c In tomba, Ma il papà si oppose ai funerali. E dopo quattro giorni la salita tornò in sé. Si era alla festa dell’Assunta. La Regina del cielo la salvò, e continuerà a salvare questa figlia che dovrà lavorare per la sua gloria.

I « colombai della Vergine »

S. Teresa cominciò con intrepido amore la riforma e la fondazione di nuovi Carmen, dopo aver superato un lungo periodo di alti e bassi nella vita spirituale, durato fino all’età di 38 anni.
Dal 1553, dopo una vista sconvolgente di un’immagine dell’Ecce homo, S. Teresa iniziò a passi giganti quel « cammino della perfezione » che la portò alle più alte vette dell’ascesi e della mistica, e da cui maturò il progetto ardito della riforma della vita monastica, sia per le suore che per i frati carmelitani. Ella bramava riportare nei monasteri la perfetta osservanza testuale della Regola di S. Alberto. Si preparò a questo con anni di terribili penitenze (discipline, cilizi, digiuni, veglie) e di ardente preghiera, trovando poi l’aiuto e il consiglio in grandi Santi come S. Pietro d’Alcantara, S. Francesco Borgia e, soprattutto, S. Giovanni della Croce.
Scopo della riforma e della fondazione di nuovi Carmeli per S. Teresa era quello di aiutare soprannaturalmente la Chiesa lacerata dall’eresia protestante, ma anche quello di moltiplicare i luoghi in cui la Madre Divina fosse onorata e imitata da molte vergini consacrate.
Per questo S. Teresa amava chiamare ogni nuovo monastero un colombaia della Vergine ». E Gesù era I tanto contento di questi « colombai » verginali e ma- nani! Lo diceva S. Teresa stessa: « Oh! come gradisce Il Nostro Signore che si rendano servizi alla Madre sua! I Che gran cosa è questa! ».
Tanto vero tutto questo, che non appena l’intrepida Santa riuscì ad aprire il primo monastero riformato in S. Giuseppe d’Avila, mentre inginocchiata lodava Dio, le apparve Gesù che le pose sul capo una corona, e la ringraziò di tutto quel che aveva fatto « per la sua Santa Madre ».
E realmente il Carmelo, per tutta l’opera e gli scritti di S. Teresa, acquistò in bellezza di santità e in valore di virtù eccelse, a gloria di Colei che è il « decoro del Carmelo » e per la quale il Carmelo è « tutto mariano ».
È superfluo aggiungere che, per l’amore di fuoco alla Madonna da cui S. Teresa sentiva ardere il suo cuore, buana parte dei nuovi Monasteri preferiva dedicarli alla Madonna o inaugurarli, di solito, in occasione di feste mariane.

La vera Priora

S. Teresa raccomandava con premura materna alle sue buone suore: « Ringraziate Iddio di essere le vere figlie di questa Signora… avendo in Lei una Madre così grande ». E ancor più insisteva: « Imitatela, consideratene la grandezza e il vantaggio che ce ne vIene nell’averla a Patrona ».
In un’occasione molto difficile, fu la devozione alla Madonna a rendere Santa Teresa ingegnosa nel ricorrere ad una trovata soprannaturale, per placare le monache del monastero mitigato dell’Incarnazione, dove era stata mandata come Priora. Durante la tumuItuosa riunione della sala del Capitolo, al posto della Priora, Santa Teresa fece mettere una bella statua della Madonna con le chiavi del monastero fra le mani. La Santa si sedette su uno sgabello ai piedi della Beata Vergine, dicendo alle monache che la vera Priora del monastero era solo la Regina degli Angeli. Le monache furono colpite da quel gesto e la grazia operò sui loro cuori attraverso le parole e gli esempi della santa riformatrice.
In seguito, S. Teresa raccontò una visione, in cui quella statua della Madonna collocata al posto della Priora si animò, e la Celeste Regina apparve splendente, circondata da gran numero di Angeli. La Madonna con gli Angeli rimase lì per tutto il tempo della Salve Regina, che le monache stavano cantando. La Divina Madre disse allora alla Santa: « Hai fatto bene a collo :armi in questo luogo; io starò presente alle lodi che si daranno al mio Figliolo, e gliele presenterò ».

Sofferenza e santità

In altra occasione, Santa Teresa descrisse una visione mirabile avuta il giorno dell’ Assunzione. In essa vide l’ingresso trionfale di Maria SS. in cielo e il posto I sublime che occupò accanto al Divin Figlio.
« Quella visione mi portò una sete più ardente di patimenti e un desiderio assai vivo di servire a questa Signora che tanto ha meritato». E quanto non patì questa eroica Santa, fino alla sua morte in Alba de Tormes, la sera del 4 ottobre 1582!
Fondò ventisette nuovi monasteri di carmelitane scalze e aiutò i frati carmelitani scalzi nella fondazione di parecchi conventi riformati; ma solo Dio avrà potuto contare i travagli di questa eroica serafina per far rifiorire il Carmelo di Maria come monte verdeggiante della contemplazione e della santità più incantevole. Basti ricordare le Sante carmelitane più vicine a noi: Santa Teresina, Suor M. Amata di Gesù, Suor Elisabetta della Trinità, Suor M. Giuseppina di Gesù Crocifisso,Suor M. Carmela dello Spirito Santo, Suor M. Meraviglia di Gesù…
La via della santità più alta, descritta da S. Teresa nei suoi meravigliosi scritti, è tracciata interamente sul binario dell’orazione e della mortificazione. Il cammino della perfezione, il percorso del «Castello interiore », sono il cammino e il percorso della Preghiera e della penitenza nella vita quotidiana di ogni redento.
Ebbene, che cosa venne a raccomandarci la Madonna in persona sia a Lourdes che a Fatima? Venne a raccomandarci proprio questo: preghiera e penitenza.
Si vede bene che la dottrina di S. Teresa è la stessa della Beata Vergine, la Sede della Sapienza e la Madre dei Santi. Madre e figlia parlano lo stesso linguaggio di salvezza e di santificazione.

Gesù Risorto apparve a Maria

Santa Teresa nella Chiesa è anche maestra di dottrina. Con Santa Caterina da Siena, ella è stata la prima donna proclamata dal Papa Paolo VI Dottoressa della Chiesa universale.La sua sapienza quindi ha arricchito anche il patrimonio dottrinale della Chiesa, soprattutto in campo mistico.
Nei suoi scritti, infatti, ella tratta con mano maestra di altissime verità e di ineffabili esperienze. Penetra nel mistero di Dio e ne rifrange nuova luce per le anime assetate di Dio.
Tra le cose belle da lei scritte sulla Beata Vergine ricordiamo in particolare quella sulla pienezza suprema di grazia e di carismi di cui la Madonna fu ornata fin dall’immacolato concepimento, superando la pienezza di grazia di tutti gli Angeli e i Santi insieme.La voce di Santa Teresa si unisce a quella della Chiesa, dei grandi Santi e Dottori che hanno esaltato in Maria questa ineguagliabile ricchezza di grazia e di carismi.
Un altro spunto sulla Madonna molto caro alla pietà cristiana è affermato da Santa Teresa a proposito della prima apparizione di Gesù, subito dopo la sua resurrezione dal sepolcro.
In un rapimento nella Pasqua del 1571 Gesù le disse che « appena risorto, si era mostrato a nostra Signora perché ne aveva gran bisogno. Il dolore la teneva così assorta e alienata, che non riusciva a tornare in sè neppure per Rodere di quella gioia… e stette con lei molto tempo, essendo ciò necessario per consolarla ».
Ma soprattutto, Santa Teresa illumina di grande luce il posto e l’azione della Madonna in campo mistico, lungo tutto il cammino ascensionale dell’anima che vuole essere totalmente di Dio. Santa Teresa _stessa chiede con affetto alla Madonna: «Non è forse da Voi, Signora mia, che si può perfettamente comprendere ciò che passa fra Dio e la sposa secondo la parola dei Cantici? ».
La dottrina e le esperienze mistiche di S. Teresa nell’amore alla Madonna confermano pienamente quanto scrive uno studioso, ossia che il Carmelo « poggia completamente su questi due pilastri: vita interiore e vita mariana. Quindi la vita interiore mariana… Il Carmelo esiste per Maria e Maria è tutta per il Carmelo, nella sua origine, nella sua storia e nella sua vita interiore» .

« Ti ho dato… questa Vergine»

Un giorno Santa Teresa fu rapita in un’estasi altissima, e « mi parve – scrive lei stessa – che la persona del Padre mi attirasse a Sé, dicendomi parole molto soavi. Mi disse, fra l’altro, mostrandomi il gran bene che mi voleva: lo ti ho dato mio Figlio, lo Spirito Santo e questa Vergine»
Come ad alcune anime privilegiate, così anche a S. Teresa Dio ha fatto il dono della Madonna in modo particolare: « Ti ho dato… questa Vergine ».
E Santa Teresa ha potuto sperimentare di persona come la presenza della Madonna nel cammino del1’anima verso la perfezione sia sempre immancabile, per i principianti come per i perfetti.
Questo è un principio fondamentale che Santa Teresa ribadisce più volte nei suoi mirabili scritti, precisando l’azione della Madonna in ogni fase del progresso spirituale.
Così, per 1’anima ai primi passi della vita spirituale, Santa Teresa dice che le necessita l’umile conoscenza di sé per entrare attraverso la porta stretta dell’orazione mistica. Ma quando l’anima conosce se stessa, si sente annientare dalla grandezza di Dio e dall’immensità della propria miseria. Che fare, a questo punto, per sfuggire al pericolo dell’avvilimento? E necessario – dice la Santa – farsi « devota della Regina dei Cieli affinché-plachi Dio per lei».
Nell’avanzarsi, poi, per passare da una stanza al1’altra del « Castello interiore », la Santa avverte che le difficoltà sono forti e insuperabili se l’anima non si affida alla Madonna: « Siccome il demonio è maligno, e deve aver portato in ogni stanza legioni dei suoi simili per impedire che le anime passino da una mansione all’altra e così le poverette che ne sono ignare, si trovano impigliate in mille lacci… Coloro che si trovano in questo stato… non avendo vassalli capaci di difender/i, devono prendere per intercessione la benedetta Madre di Dio… ».
Via via, inoltre, la Madonna è sempre presente ad ogni purificazione dei sensi e dello spirito che trasforma l’anima fino all’identificazione con Gesù (Gal. 2, 20).
Con un episodio personale delicatissimo, Santa Teresa ci descrive al vivo questa materna assistenza della Madonna: « Nel giorno dell’Assunta…., meditavo sui molti peccati di cui un giorno mi ero confessata e sulle altre miserie della mia vita, quando fui presa da un rapimento… Stando così mi vidi coprire di una veste molto bianca e splendente. Da principio non vedeva chi me la metteva, ma poi scorsi alla mia destra la Madonna… la quale, mentre così mi vestiva, mi faceva comprendere che ero purificata dalle mie colpe. Vestita che fui e tutta piena di grande gioia e diletto, mi parve che Nostra Signora mi prendesse le mani… ».
La Madonna la prende per le mani e la porta ancora avanti, avanti, fino all’amore consumante nell’Unità Divina.

L’Immacolata e l’Addolorata

In particolare, santa Teresa ebbe una fervida devozione all’Immacolata Concezione. Difatti, nella storia della controversia sull’Immacolata Concezione (scritta dal P. Strozzi), santa Teresa viene annoverata fra i principali difensori della preservazione di Maria SS. dalla macchia del peccato originale. Nè possiamo dimenticare che S. Teresa volle dedicare all’Immacolata Concezione i due monasteri di Valladolid e di Pastrana, e nel monastero dell’Incarnazione stabilì che ogni sabato sera si cantasse una antifona all’lmmacolata Concezione con alcune preghiere scelte da lei stessa.
Ebbe anche la devozione ai dolori di Maria SS. e ne istituì la festa nel monastero dell’Incarnazione al primo venerdì di Quaresima. Gesù stesso un giorno le disse durante un’estasi: « Quando vedi mia Madre che mi tiene in braccio, non devi credere che Ella godesse senza grandi travagli». Questa è una magnifica conferma della corredenzione di Maria SS., iniziata dal Fiat dato all’ Angelo Gabriele con la piena consapevolezza del martirio che avrebbe trafitto il suo cuore materno giorno per giorno.
S. Teresa aveva anche un affetto speciale per le teste della Natività di Maria SS. (8 Settembre) e della Presentazione di Maria al Tempio (21 novembre). Considerava questi due giorni come privilegiati per ogni carmelitana che deve diventare immagina pura della Tutta Santa, e in questi giorni voleva che, di preferenza, si facessero e si rinnovassero i santi voti.
Un affetto particolare S. Teresa nutriva per le anime purganti, e sperimentò di persona la misericordiosa munificenza della Madonna nel confortare quelle anime in pena, quando si recita il S. Rosario.
In una visione del Purgatorio, infatti, S. Teresa, ispirata a recitare il S. Rosario, vide che ad ogni Ave Maria un potente gettito di acqua rinfrescava quelle anime bruciate da un fuoco ardentissimo. Con quanto amore, perciò, ella recitava il Rosario per sollevare dalle pene le anime purganti!

Contemplazione eterna

Infine, chi mai potrà dire a quale altezza sia giunto l’amore di S. Teresa verso la Madonna? Chi mai potrà misurarne l’elevatezza nei suoi voli estatici, nelle sue arcane contemplazioni e visioni?
Noi possiamo rilevare che ella non poteva più vivere se non sotto gli occhi della Divina Madre. La voleva costantemente vicina a sé, nella sua mente e nel suo cuore. Difatti, per poter costantemente contemplare la Santa Vergine anche fuori delle frequenti estasi, ella si fece dipingere su tela la sacra immagine di Maria, portandola sempre con sè, dovunque si spostava.
Ella arrivò a scrivere, con il suo solito linguaggio ardente, queste parole che esprimono a meraviglia l’atto di amore supremo alla Madonna nel cuore di una creatura: « Voglio essere, dopo Gesù, la persona che più ha amato la Madonna ».
È il primato nell’amore alla Madonna, che Santa Teresa vuole conquistare con quella sovrana aspirazione al massimo, che la caratterizza potentemente.
E la Madonna ricambiava l’amore di questa figlia prediletta con sempre nuovi favori celesti del tutto eccezionali. In una visione descrittaci dalla stessa Santa, la Madonna le apparve « di un aspetto molto giovane, di una bellezza incantevole, ravvolta in un bianco vestimento, il cui vivissimo splendore lungi dall’abbagliare ricreava lo sguardo». Insieme a S. Giuseppe, la Madonna rivestì S. Teresa di una veste candida e radiosa, e le mise al collo una collana d’oro con una crocetta preziosissima.
Così vedremo S. Teresa in Paradiso, sposa di Gesù, rivestita di luce sublime dalla Madonna e da S. Giuseppe, incoronata di virtù eroiche, vera « lode di gloria » della Gran Madre di Dio.

FONTE: I Santi e la Madonna, ©Ed. CasaMariana

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