Santuari mariani: Sicilia

“Madonna delle Lacrime”, il Santuario di Siracusa

Le origini del Santuario della “Madonna delle Lacrime” di Siracusa risalgono a quel Sabato 29 Agosto 1953 [ottava della festa liturgica del “Cuore Immacolato di Maria”], quando la signora Antonina Giusto, sposata Iannuso, vide sgorgare lacrime dagli occhi della Madonnina, il cui quadro in gesso era appeso alla testa del suo letto.

Il prodigio si ripeté più volte, fino all’ 1 Settembre. Intanto la Curia Arcivescovile incaricava una Commissione di Medici e di Analisti che appurava trattarsi, nel caso, di vere lacrime umane.

Il 9 Settembre il quadro della Madonnina veniva trasferito in un “Oratorio” provvisorio di P.zza Euripide, anche per venire incontro alle necessità di pellegrini che avevano già cominciato ad affluire numerosi da ogni parte dell’Isola. Il 12 Dicembre successivo, i Vescovi della Sicilia concludevano “unanimemente col giudizio che non si poteva mettere in dubbio la realtà della Lacrimazione [della Vergine]”; e “facevano voti che tale manifestazione della Madre Celeste eccitasse tutti a salutare penitenza e ad una più ampia devozione verso il Cuore Immacolato di Maria, auspicando la sollecita costruzione di un Santuario che perpetuasse la memoria del prodigio”.

Verso la metà degli Anni ’50 fu bandito un Concorso internazionale per la costruzione del Santuario del quale fu consacrata il 28 Agosto 1968 la Cripta e dove l’indomani – 29 Agosto 1968, XV anniversario della prima Lacrimazione – il quadro della Madonnina poté definitivamente entrare nella sua casa.

La Dedicazione del Santuario alla “Madonna della Lacrime” avverrà, però, soltanto il 6 Novembre 1994, durante la Visita Pastorale in Sicilia del Santo Padre Giovanni Paolo II.

Da allora il Santuario è meta continua di Pellegrinaggi provenienti da ogni parte del mondo, quasi ad avverare l’auspicio che già il 29 Agosto 1957 [quando il Santuario ancora non esisteva] l’allora Arcivescovo di Siracusa, mons. Ettore Baranzini, così esprimeva: “… che, contemplando il progetto vincitore, il quale ci promette un monumento che si distinguerà per la sua maestosa e solida mole, per il suo slancio verso il cielo, per le sue forme di arte moderna, ci sentiamo tutti mossi a rinnovarci nello spirito, a sollevarci sul materialismo che aggrava la vita moderna, a guardare a Maria, che si può ben eguagliare ad un alto “faro” che lancia i suoi raggi non solo sull’azzurro dei cieli, ma principalmente sulle onde del mare; a Maria che, pur collocata la più vicina a Dio, non cessa di essere la più vicina a noi con la sua ampia protezione, con le sue grazie, con le sue consolazioni, anche con le sue lacrime, che sono dimostrazione di un cuore che piange con noi e per noi, perché tutti vuole confortarci e salvarci come figli suoi amatissimi”.

Il Santuario siracusano, “faro di civiltà mariana”

A proposito del modernissimo Santuario della “Madonna delle Lacrime” di Siracusa, ha stupendamente osservato Luis Moya Blanco, Accademico delle Belle Arti di Madrid: “… né gli Autori del progetto [i giovani trentenni parigini Michel Andrault e Pierre Parat], né noi che viviamo questo tempo, osiamo rappresentare il cielo, in forma visibile, ma solamente pensarlo sopra di noi con l’aspirazione di raggiungerlo. Per questo il progetto [del Santuario] è lontano dalla concezione delle Cattedrali gotiche: in esse c’è l’elevazione serena e serrata, come un sillogismo, verso le conclusioni finali.

La forma del [nostro] Santuario corrisponde a quella interna con perfetta coerenza, ottempera al proposito dei suoi Autori di voler rendere il Santuario stesso visibile agli occhi dei fedeli fin dal primo arrivo a Siracusa. Illuminato nell’interno, di notte, risplenderà lontano come un faro o forse meglio come una fiamma. Di giorno lo vedremo come un involucro eccezionale, come gli esterni delle antiche Basiliche, che non avevano facciate spettacolari. A Siracusa l’esterno avrà una elevata qualità architettonica: una sagoma che si inserisce nel paesaggio classico della Sicilia e del Mediterraneo, dove si ebbero le linee orizzontali dei templi e dei colonnati, si realizzarono anche le linee verticali del Faro di Alessandria e quelle oblique delle Piramidi. In fondo, la Sicilia e il Mediterraneo si sono arricchiti della vita e delle forme di diversi popoli, divenendo culla e centro di vera civiltà. Ora la Vergine, per segnalare questa terra sacra con una grazia singolare, ha prescelto il punto centrale: Siracusa”.

Certamente, l’audace e originalissima costruzione del Santuario della “Madonna delle Lacrime” caratterizza ora per sempre la Città di Siracusa, come la Mole Antonelliana caratterizza Torino, la Torre Eiffel la città di Parigi e la Cupola di San Pietro la Città Eterna di Roma. Ma – fra tutti i Santuari mariani del mondo – quello di Siracusa imprime anche al volto millenario e classico della Città sicula il carattere dei tempi nuovi, per ricordare con linguaggio vivo quel “signum magnum” dell’evento miracoloso della Lacrimazione dell’umile effigie di gesso del “Cuore Immacolato di Maria”, di cui Siracusa fu teatro nel 1953 e la cui profonda emozione colpisce da allora il mondo intero…

“Madonna di Tindari” – Tindari [Messina]

Misterioso è il fascino della “Madonna di Tindari”, antica scultura lignea custodita nel suggestivo Santuario posto sulla sommità di una collina prospiciente il Golfo di Patti, che attrae a sé da quasi mille anni la gente di Sicilia.

La “Vergine con Bambino” è Theotókos e Odigítria: è una Madonna bizantina mediorientale; e la sua vicenda è intessuta di tradizioni e fioretti che la dicono proveniente dalla Siria o dall’Egitto, in epoca iconoclasta. Si racconta che la statua, destinata ad altri lidi, sia qui giunta su una nave che, a causa di una tempesta, si è incagliata fra le secche di Tindari: la gente del posto, se ne impossessò subito e la ripose all’interno di un tempietto preesistente.

Accanto alla Chiesetta-Santuario cinquecentesco che per secoli ha custodito quest’immagine di “Madonna Nera”, è sorto il nuovo, grandioso Santuario, inaugurato il 1° Maggio 1979, dopo circa un quarto di secolo di intensi lavori.

“Nostra Signora dei Rimedi” – Palermo

Santuario particolarmente ricco di storia è quello di “Nostra Signora dei Rimedi”, a Palermo.

Alle sue origini sta l’epidemia scoppiata nel 1064 fra le truppe normanne che assediavano Palermo in mano agli Arabi. La pestilenza cessò dopo l’invocazione alla Vergine da parte del comandante, il Conte Ruggero d’Altavilla; e a ricordo dell’evento venne eretto un Oratorio dedicato alla “Madonna dei Rimedi”, subito al centro della devozione popolare.

All’inizio del 1600 i frati Carmelitani Scalzi costruirono una grande Chiesa, con annesso Convento, che ressero fino al 1866, quando il complesso fu requisito e trasformato in alloggio militare. Soltanto nel 1949 fu possibile ‘riscattare’ la Chiesa e riaprirla al culto, dopo radicale restauro. Vi si venera una preziosa statua di “Madonna con Bambino” in marmo, proveniente dal Museo diocesano.

“Maria SS. di Gibilmanna” – Gibilmanna [Palermo]

Il Santuario di Gibilmanna [probabilmente dall’arabo Gibel el iman, monte della fede] sorge in una suggestiva e amena località nel territorio di Cefalù [PA], da cui dista 14 km., a 800 mt d’altezza. È luogo di intenso e radicato culto mariano.

Da sempre, storicamente, il Santuario è centro di gravitazione religiosa e sociale per le Comunità delle Madonie.

Dal 1535 il Santuario è officiato dai Padri Cappuccini. La Chiesa, che sorse nel breve giro di cinque anni [1619-1624], fu edificata per sostituire l’angusta chiesetta appartenente ai Benedettini che dal VII sec. vi promossero il culto alla Madonna. È certa, infatti, in Gibilmanna la presenza di un piccolo Cenobio benedettino che la tradizione identifica con uno dei sei fatti edificare per volere di Gregorio Magno [540-604], prima ancora che questi fosse elevato alla Cattedra pontificia, nel 590. Vi si venera una bellissima statua in marmo, scolpita dall’artista siciliano Antonello Gagini, dallo stile morbido e raffinato.

“Santa Maria in Valverde” – Valverde [Catania]

Alle falde dell’Etna, a una decina di km da Catania, si trova il Santuario di “Santa Maria in Valverde”, assai caro ai Catanesi: la Vergine fu proclamata Patrona della Città nel 1791.

Molto antica è la sua origine. La tradizione vuole che nel 1038 la Madonna sia apparsa a un bandito di nome Dionisio che infestava la zona, terrorizzando le popolazioni, proprio mentre stava per assalire un viandante. Dopo il prodigio, l’uomo cambiò vita, si fece eremita e costruì la primitiva Cappella, nucleo originario del futuro Santuario che – ultimato verso la fine del 1200 – fu successivamente distrutto dal terremoto del 1593 e ricostruito agli inizi del sec. XVII.

Al suo interno il Santuario, in stile barocco con stucchi e pitture murali, custodisce Altari di marmo pregiato e intarsiati, e preziosi dipinti del ‘700 [tutti dedicati alla Vergine] che creano un’intensa atmosfera spirituale.

“Madonna di Montalto” – Messina

Il Santuario della “Madonna di Montalto” fu fondato nel 1294, durante la ‘Guerra del Vespro’, per esplicita richiesta della Vergine e con il corale consenso di tutta la Città di Messina.

Nel Settembre del 1300 vi è stata l’intronizzazione di una Icona bizantina di mirabile fattura, riproducente su tavola una Madonna in trono che offre ai fedeli il Bambino, ritto in piedi sulle ginocchia della madre. Nel sec. XVII tale immagine fu rivestita d’una manta d’argento, finemente cesellata da artista della scuola di Pietro Juvara: fu questa manta che, nel disastroso terremoto del 1908, salvò l’immagine sacra dalla rovina.

Il Santuario fu comunque quasi interamente distrutto dallo stesso terremoto; ma se ne ricominciò la ricostruzione già nel 1910-11, fino all’ampliamento e completamento attuale degli anni 1928-30.

“SS. Annunziata” – Trapani

Il Santuario della “Santissima Annunziata” sorge a soli 2 km dal Centro storico di Trapani. Ma di memorie storiche il Santuario ne conserva ben poche: per le sue origini ci si affida alla tradizione, peraltro molto ricca di riferimenti.

La bellissima statua marmorea di “Madonna con Bambino” [attribuita a Nino Pisano o alla sua scuola] che vi si venera dalla fine del Duecento è, probabilmente, il punto di riferimento della tradizione che fa risalire le origini del Santuario alla volontà dei Cavalieri Templari che, di ritorno dalla Terra Santa e diretti a Pisa, affidarono la sacra immagine ai Padri Carmelitani.

L’ammirevole pietà dei fedeli trapanesi impose, fra il 1315 e il 1332, la costruzione di una nuova e più grande chiesa gotica della quale rimangono, con alcuni particolari interni, la grande facciata caratterizzata da un elegante rosone e da un portale quattrocentesco, ornato da statuette cinquecentesche. A fianco vi è il caratteristico, solenne Campanile barocco.

Rinnovato nel Quattrocento, e successivamente ampiamente rimaneggiato nel Settecento, il Santuario si è sempre arricchito di nuove e significative opere d’arte.

PS: Abbiamo dimenticato qualche santuario dedicato alla Beata Vergine Maria della Tua Regione? Segnalalo qua sotto nello spazio dei Commenti! Grazie!

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