Fra gli spasimi del dolore più amaro e indescrivibile, la Madonna Addolorata contempla ora il suo divin Figlio innalzato sulla croce, a vista di tutti, fra due ladroni. Ancora poco, e Gesù entra quindi in un’agonia che durerà tre ore di strazio senza più misura. Alla Madonna, intanto, tocca vedere ancora scene di dolore e udire parole di offesa che continuano a trafiggere il suo cuore materno fibra a fibra!
Che cosa vede e che cosa sente la Madre dei dolori, stando ai piedi della Croce e rimanendo sempre vigile, attenta e partecipe in tutto e per tutto a ciò che avviene in quelle ore di «impero» delle tenebre sataniche fitte e sempre più fitte (cf. Lc 22,53)? A Lei tocca ora vedere e sentire gli scribi i farisei e i sacerdoti che passeggiano sotto la croce e attorno alla croce, guardando Gesù Crocifisso, beffardi e sarcastici, mentre vanno dicendo con sdegno e disprezzo velenoso: «Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso […]. È il re dei giudei, scenda dalla croce, e gli crederemo!» (Mt 27,42).
Scrollano quindi il capo, mentre calpestano il Sangue di Gesù caduto in terra: calpestano proprio quel Sangue divino che è stato versato per la loro salvezza! Ma essi sono interamente accecati, schiacciati dall’«impero delle tenebre» (Lc 22,53).
Perciò, soltanto l’insulto e lo sfregio sono il loro unico parlare, gonfi e tronfi, ormai, di essere riusciti a far condannare il Messia alla morte più crudele e più infame: la morte della crocifissione!
Quali sussulti laceranti e sanguinanti avrà sofferto nella sua anima la divina Madre Addolorata stando ferma ai piedi della Croce? Ma la sua risposta a quegli sfregi e insulti che udiva non poteva essere diversa da quella, misericordiosissima, del Figlio morente, che sulla croce pregava il Padre dicendo così: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). La carità del Figlio, la carità della Madre: non erano due, ma una sola immensa carità divina! Non è forse questa la più sublime lezione divina di carità per tutti noi che siamo così facili al risentimento e al rancore, alla rivalsa e alla vendetta nei riguardi di chi ci fa del male?
Nello stesso tempo, la Madonna Addolorata aveva davanti ai suoi occhi un’altra scena desolante: infatti, come è descritto nel Vangelo, la soldataglia, dopo la crocifissione di Gesù era là, sotto la croce, con le vesti insanguinate di Gesù per spartirsele, dividendole o lacerandole in più parti, moltiplicando, frattanto, le parolacce e i ghigni d’inferno.
Prendono poi la tunica di Gesù, che è un pezzo unico, da non lacerare o dividere, ma da sorteggiare intera giocandola con i dadi: e si mettono perciò a sorteggiarla proprio là, ai piedi della Croce, mentre Gesù sta agonizzando. È bene sapere, però, che quella era la “tunica inconsutile” fatta dalla Madonna con le sue mani, per il divin Figlio!
Quante cose tristi e amare avvengono in quelle ore di «impero delle tenebre» sul Calvario, sotto gli occhi ormai senza più lacrime della divina Madre Corredentrice! Sono davvero giuste le parole del beato Jacopone da Todi che nello Stabat Mater esclama con voce di pianto: «oh quanto triste e afflitta fu quella benedetta Madre dell’Unigenito! […].
Quanto soffriva e si affliggeva la pia Madre, vedendo le pene del suo divin Figlio!».
La profanazione delle cose più care e preziose avveniva sotto la Croce, allora, proprio mentre Gesù crocifisso agonizzava in prossimità ormai della morte. E vedendo la soldataglia che si divideva le vesti di Gesù senza nessun riguardo, la Madonna vedeva come si compiva anche la profezia del salmista che cantava già a suo tempo con precisione di dettagli particolari: «Hanno diviso fra di loro i miei panni e hanno sorteggiato la mia veste» (Sal 21,19). E la sua divina Madre, frattanto, sbiancando sempre più nel suo volto, assorbiva tutto quel dolore immane nel silenzio della sua anima martirizzata, quale vera e suprema Regina dei martiri.
Sintetizza molto bene santa Gemma Galgani la presenza dello “strazio” nell’intera vita della Madonna: «Stamani, dopo la SS. Comunione pensavo: oh che dolore grande dovette essere mai per la Mamma, dopo che fu nato Gesù, al pensare che dovevano poi crocifiggerlo!
Quale spasimo dovette avere sempre nel cuore!
Quanti mai sospiri dovette mandare, e quante volte dovette piangere! E mai si lamentava, povera Mamma!
Quando poi davvero se lo vide crocifiggere, quella povera Mamma era trafitta da tante saette…».
Ma noi dovremmo pur pensare che l’amara radice di quei dolori che crocifiggevano le mani e i piedi di Gesù e trafiggevano l‘anima della Madonna era costituita da ogni nostro peccato, ogni nostra infedeltà e cattiveria. L’espiazione delle colpe operata dal Redentore e dalla Corredentrice sul Calvario non riguardava di certo quei soli operatori e cooperatori della crocifissione di Gesù e della transfissione di Maria sul Calvario: no, quei malvagi operatori e cooperatori rappresentavano tutti noi, tutti gli uomini di ogni tempo, di ogni razza e di ogni luogo, con tutte le malefatte, i delitti e le brutture di ogni genere.
Se ci pensassimo davvero, noi non dovremmo mai smettere di piangere, mai finire di chiedere pietà e perdono al Signore e alla Madonna per le nostre colpe, e dovremmo davvero deciderci a finirla una buona volta di commettere peccati e miserie senza numero, impegnandoci finalmente a praticare quelle sante virtù cristiane che sono l’unica vera gioia del Signore e della Madonna.
Non più offendere, ma amare l’Addolorata, ci fa sperare, come diceva san Gabriele, che nel giorno del Giudizio di Dio possiamo trovarci «alla destra sotto il manto della nostra Corredentrice », che ci proteggerà con la sua materna onnipotenza presso Dio.
PREGHIERA CONSIGLIATA: Corona dei Sette dolori della Beata Vergine Maria