L’immagine della “Pietà” è così densa di significato che può bastare da sola a toccare il cuore e a penetrare nella mente di chi si fermi a guardare la dolce figura della Vittima divina – Gesù –, contemplata dalla Madre amorosa e dolorosa che la tiene esanime sulle sue ginocchia mentre la offre a Dio con l’atteggiamento regale e materno di un vero e sublime Sacerdote.
La “Pietà” ci presenta realmente Maria Santissima quale Vergine e Madre sacerdotale nell’atto di offrire a Dio l’immolata Vittima divina, il suo divin Figlio Gesù, crocifisso e morto per la Redenzione del genere umano, dopo avere evangelizzato per alcuni anni tutta la Terra Santa, predicando, richiamando, illuminando, operando miracoli e prodigi.
Potrebbe sembrare una forzatura – ma non lo è – la scoperta della “sacerdotalità” tutta verginale e materna nella persona e nell’azione di Maria Santissima, l’addolorata Madre Corredentrice contemplata nell’atto di offrire la Vittima divina, Gesù Redentore, mentre ne sorregge il corpo esanime sulle sue ginocchia.
Ma non dobbiamo dimenticare che, in realtà, Maria Santissima è di discendenza sacerdotale, per l’appartenenza alla tribù di Levi ed è di discendenzadavidico-regale per l’appartenenza alla tribùdi Giuda, ed Ella poté diventare sposa di san Giuseppe proprio perché era anch’Ella discendente della stessa stirpe davidico-regale di san Giuseppe.
Molto al di sopra di questa pur significativa discendenza, però, Maria Santissima si presenta a noi – particolarmente nell’immagine della “Pietà” – quale reale vergine Madre sacerdotale per altre ragioni ben più valide, alte e profonde. Basta riflettere, infatti, che la sacerdotalità tutta verginale e materna di Maria Santissima è data anzitutto dal fatto che Ella è:
– la vergine Madre del Figlio divino, Gesù, che è il “Sommo ed eterno Sacerdote”,
– la vergine Madre Corredentrice, diretta cooperatrice al Sacrificio redentivo di Gesù,
– la vergine Madre dal cuore sacerdotale immacolato e ardentissimo.
Non è difficile capire, in effetti, che il Redentore e la Corredentrice, Gesù e Maria, il Figlio e la Madre, sulla terra hanno sempre operato insieme, inseparabilmente e indivisibilmente, al compimento della Redenzione universale per la salvezza del mondo intero. Gesù ha operato come Sacerdote e vittima nell’offrirsi e immolarsi quale Redentore per l’umanità intera da salvare. Maria Santissima ha operato come Madre del Sommo Sacerdote e Corredentrice sacerdotale del genere umano, offrendosi e coimmolandosi quale vittima per la salvezza di tutti, in unità con il Sommo Sacerdote, «sotto di Lui e con Lui», come precisa il Vaticano II (LG 56).
Gesù, Verbo Incarnato, aveva il Sacerdozio ipostatico, ossia aveva il Sacerdozio radicato nell’Unione ipostatica esistente tra il Verbo e la natura umana da Lui assunta e impersonata. Maria, laVergine Madre, invece, aveva il Sacerdozio materno, ossia aveva il Sacerdozio radicato nella Maternità divina, che si trova inserita nell’ordine dell’Unione ipostatica. Per questo bisogna comprendere bene che il Sacerdozio di Maria Santissima:
– non è quello “ipostatico” mentre sorregge sulle sue ginocchia il Figlio divino,
– non è quello “ministeriale” del sacerdote “ordinato”,
– non è quello “comune” a tutti i fedeli battezzati,
– ma è il Sacerdozio “materno”, posto subito dopo il Sacerdozio ipostatico di Gesù.
Con il suo Sacerdozio materno, tutto verginale vittimale, in unità e in subordine al Sacerdozio di Cristo, Sommo Sacerdote e Vittima, la Madonna ha continuamente offerto il Figlio e se stessa, durante l’intera vita terrena, in un’unica offerta redentrice per tutto il genere umano; e all’agonia e morte di Gesù, proprio Ella, e solo Ella, con il suo Sacerdozio materno, ha potuto offrire il Figlio crocifisso “in agonia” e tutta se stessa concrocifissa con Lui, quale unica ostia e vittima immolata sull’altare della croce per la Redenzione universale.
Quanto non dovremmo essere perennemente grati, noi, a questa divina vergine-Madre sacerdotale che sull’altare del Calvario ha offerto il Figlio crocifisso e se stessa concrocifissa con Lui nell’unica oblazione-immolazione per la nostra Redenzione; e anch’Ella, alla rinnovazione del Sacrifico del Calvario che avviene in ogni Santa Messa sui nostri altari, è sempre presente e unita al divin Figlio Gesù, coimmolata misticamente nell’unica oblazione sacrificale con Lui Sacerdote e vittima.
Ogni giorno, guardando il sacerdote all’altare durante la celebrazione del santo Sacrificio del Calvario, con gli occhi della fede dobbiamo sempre saper vedere, pregare e ringraziare anche la nostra divina Madre Corredentrice, che non può non essere presente all’altare, sempre unita al Redentore nell’offerta sacrificale sacramentale.
PREGHIERA CONSIGLIATA: Corona dei Sette dolori della Beata Vergine Maria