6° giorno: Cuore umile – Cuore superbo

 stellamatutina-sacro-cuore-di-gesùCUORE UMILE

«Imparate da me che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29).

Se l’umiltà può essere più o meno profonda, diciamo subito che la profondità dell’umiltà di Gesù è incommensurabile.

Fino a che punto Gesù sia stato umile, lo sappiamo dalla Fede che ci assicura l’inesistenza in Lui della personalità umana; lo sappiamo dalla storia, che ci fa vedere Gesù come un agnello immolato sull’infame legno della croce.

Gesù si è tanto umiliato da toccare il fondo dell’abiezione: «Ho scelto di essere abbietto» (Sal 83,11). E nessuno mai potrà eguagliarlo in questo abbassamento e disprezzo di sé.

Il cuore umile, però, prima o poi canterà vittoria e verrà esaltato. «L’umiliazione tien dietro al superbo, mentre la gloria andrà incontro all’umile» (Pro 29,23). L’umiltà sospinge verso il Paradiso. L’orgoglio invece precipitò Lucifero e gli angeli ribelli all’inferno.

San Francesco d’Assisi, a chi gli chiedeva perché Dio avesse dato a Lui tanti doni straordinari, rispondeva che Dio si compiace di colmare di doni soprattutto gli esseri più vili e miserabili. Dio esalta gli umili (Lc 1,52). Per questo san Francesco volle che i suoi frati fossero e si chiamassero «minori»: perché fossero i più vicini a Dio.

L’orgoglio chiuse le porte del Paradiso. L’umiltà le riapre. Sant’Agostino afferma che «le altre virtù picchiano alla porta del cuore di Dio; l’umiltà lo apre», e aggiunge: «Vuoi giungere all’altezza di Dio? Abbassati prima all’umiltà di Dio… Guarda l’albero: prima va in basso, per innalzarsi poi in alto: getta profonde radici, per lanciare poi al cielo la sua cima».

Gesù «annientò se stesso» (Fil 2,7) fino alla morte più ignominiosa, e per questo Dio lo esaltò e gli donò «un nome che é al di sopra di ogni altro nome» (Fil 2,7). Se seguiamo Gesù nella sua umiltà di cuore, lo seguiremo anche nella sua gloria senza confronti.

stellamatuitna-uomo-pensierosoCUORE SUPERBO

Il cuore dell’uomo è superbo, segnato dal peccato d’origine, che fu un peccato di pazzo orgoglio. E se è vero che la superbia è «principio di ogni peccato» (Sir 10,13), c’è seriamente da temere che «quando Dio permette al superbo di realizzare i suoi disegni, gli permette di scavarsi la fossa», come dice sant’Agostino.

Narra san Girolamo che quando sant’Ilarione vedeva molta gente accorrere a lui per la reputazione dei miracoli che operava, si affliggeva profondamente, dicendo: «Temo che Dio mi voglia pagare in questa vita quei pochi servizi che cerco di rendergli».

Quando san Pio X venne a sapere che si stava progettando di collocare lapidi in suo onore a Venezia, a Riese, a Treviso, si affrettò a esprimere il suo dispiacere e il suo dissenso per tali progetti. Una volta scrisse così ai canonici della Cattedrale di Treviso: «Se i rev.mi canonici della Cattedrale di Treviso vogliono fare un piacere al Santo Padre, si ricordino particolarmente di lui nella Santa Messa, ma dimettano il pensiero di… lapidarlo».

Con questa facezia della lapidazione, san Pio X esprimeva una grande verità. La superbia è una lapidazione dell’anima: la colpisce, la rovina, l’uccide. La superbia è una peste mortale che distrugge ogni bene. «Essa sola fra tutti i vizi – dice san Bernardo – fa guerra a tutte le virtù, e come veleno universale, le corrompe tutte».

L’umiltà, al contrario, è la garanzia di tutte le virtù. Il santo Curato d’Ars usava una deliziosa immagine dicendo che «l’umiltà è per le altre virtù quel che è la catenella per i grani della corona. Togliete la catenella, e tutti i grani cadono; togliete l’umiltà, e tutte le virtù spariranno».

Il cuore dell’uomo se non si libera dell’orgoglio sarà ripieno di ogni miseria, perché «Dio resiste ai superbi, mentre da’ la grazia agli umili» (Gc 4,6). E san Bernardo spiega che «come il vaso non si riempie se non abbassandolo alla fonte, così l’anima non si riempie di Dio se non abbassandosi verso il proprio nulla». San Francesco d’Assisi, ad esempio, si trasfigurò fino a diventare «tutto serafico in ardore», dopo essersi ridotto a un pezzente insensato agli occhi di tutti i suoi concittadini.

La superbia del cuore è vera insensatezza. San Paolo grida con forza: «Che cosa hai tu uomo, che non l’abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché ti glori come se non l’avessi ricevuto? » (1Cor 4,7).

Eppure il nostro cuore è così pronto a insuperbirsi di ciò che non è suo! Il cuore superbo è un ladro, e la superbia è un vizio traditore che rovina ogni bene posto da Dio nell’uomo. Basti ricordare Adamo ed Eva così miseramente traditi dal loro superbo voler essere «come Dio» (Gn 3,5).

Santa Margherita M. Alacoque, invece, divenne la prediletta del Sacro Cuore per la sua consapevole piccolezza e umiltà. Glielo disse Gesù stesso nella prima apparizione: «Io ti ho scelto come un abisso di indegnità e di ignoranza… ». Ed ella era ben contenta quando veniva fatta camminare fra continue umiliazioni.

Poveri noi, invece, che usiamo ogni arte per evitare anche la più piccola umiliazione! Il Cuore umilissimo di Gesù voglia liberare il nostro cuore da ogni sentimento di orgoglio, e arricchirlo della sua dolce umiltà.

Proposito: Ripetere spesso l’invocazione «Gesù, mite e umile di cuore, rendi il mio cuore simile al tuo».

FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P.Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010
Se desiderate avere il libro originale cliccate sul Link di Casa Mariana Editrice o scrivete al seguente indirizzo E-Mail: cm.editrice@gmail.com
La traduzione, l’adattamento totale o parziale, la riproduzione con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm, i film, le fotocopie) nonché la memorizzazione elettronica, sono riservati per tutti i paesi.

 

Print Friendly, PDF & Email

Guarda anche...

stellamatutina-sacro-cuore-di-gesù

27° giorno: Cuore trafitto – Cuore assassino

CUORE TRAFITTO «Guarderanno a colui che hanno trafitto» (Zc 12,10). Per poter parlare del Cuore …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *