Gesù Bambino, il Divin Verbo fatto carne, è «segno di contraddizione» – ha detto il santo vecchio Simeone, alla Presentazione al Tempio del Bambino «per la rovina e la salvezza di molti in Israele» (Lc 2,34).
Ebbene, la “strage degli innocenti” (cf Mt 2,16-18), con l’uccisione crudele di tutti i bambini di Betlemme, dai due anni in giù di età, è il primo lacerante «segno di contraddizione» che si verifica, storicamente, poco dopo la Presentazione di Gesù Bambino al Tempio di Gerusalemme.
Infatti, a Gerusalemme, all’arrivo di personaggi così importanti come quei Magi che, seguendo la misteriosa e straordinaria «stella», erano venuti dal lontano Oriente per cercare e adorare il «nato re dei giudei» (Mt 2,2), il re Erode aveva accuratamente raccomandato ad essi di andare direttamente a Betlemme a vedere il «nato re dei giudei», e, dopo averlo adorato, di ripassare quindi da Gerusalemme, al loro ritorno, per informarlo di ogni cosa, di modo che anch’egli avrebbe potuto recarsi a vedere e adorare il «nato re dei giudei». In realtà, Erode, sospettoso e perfido, aveva subito maturato, nell’animo, il progetto omicida dell’uccisione di quel preteso «nato re dei giudei», ritenendolo già un attentatore al suo trono.
Si fidava del ritorno dei Magi da Betlemme, quindi, per poter subito eliminare con un colpo solo quel presunto «re dei giudei», suo diretto avversario. Vistosi però “giocato” dai Magi – i quali erano stati avvertiti da un Angelo di non ripassare per Gerusalemme (cf. Mt 2,12) –, il perfido re Erode, nel suo furore omicida, calcolando il tempo della venuta dei Magi, maturò subito un altro progetto assassino molto più feroce, ordinando addirittura l’uccisione di tutti i bambini di Betlemme dai due anni in giù di età: in tal modo, egli poteva ritenersi più che sicuro di colpire subito a morte il «nato re dei giudei».
Il «segno di contraddizione» è dato, qui, dal fatto che se Gesù è venuto sulla terra per donarci la vita, in questa «strage degli innocenti», invece, abbiamo subito un capitolo tragico di morte violenta per tanti poveri bambini innocenti! Ma non dobbiamo dimenticare che questi bambini di Betlemme sono veri e propri “piccoli martiri”, perché sono stati uccisi precisamente e unicamente “a causa di Cristo”, e con il loro martirio essi preannunciano il coronamento della missione salvifica del Redentore che sarà appunto il martirio della Croce!
I bambini di Betlemme, infatti, sono stati uccisi unicamente “a causa di Gesù Bambino”: per questo essi sono veri martiri, battezzati con il Battesimo di sangue, diventando, in tal modo, le prime glorie del Martire divino, ossia di Colui che sarà il Re di tutte le schiere dei martiri che lungo i secoli e i millenni verseranno il loro sangue “a causa di Cristo”.
Basta riflettere poco, a questo punto, per capire che il legame diretto fra gli innocenti bambini martiri di Betlemme e Gesù Bambino è un legame di grazia e di gloria. Proprio quei bambini martiri di Betlemme, di fatto, sono il primo capitolo di grazia e di gloria di Gesù: quei bambini di Betlemme, infatti, sono stati i primi martiri uccisi per Cristo, “a causa di Cristo”, salvati e glorificati, nello stesso tempo, “a causa di Cristo”, inaugurando essi, da quell’evento dolorosissimo di sangue, la gloria delle moltitudini dei cristiani, che saranno martirizzati “a causa di Cristo” lungo i secoli e i millenni.
Nei riguardi della Madonna, inoltre, non si può non ammettere che il legame fra i bambini uccisi a Betlemme e Gesù Bambino colpì il suo cuore materno in maniera davvero lacerante. Ella era in fuga verso l’Egitto, con san Giuseppe, portando in salvo Gesù Bambino, proprio mentre a Betlemme avveniva la strage dei bambini uccisi “a causa di Gesù”, ossia la strage di quei bambini fra i quali si pensava fosse presente soprattutto il Bambino Gesù, che doveva essere l’unico bambino da uccidere!
Al pensiero della strage di tanti bambini innocenti, è atroce riflettere sulla sofferenza della Madonna in quelle ore di fuga penosa attraverso il deserto di Giuda! L’evangelista san Matteo si fa interprete di quel dolore materno citando, al riguardo, un antico testo del profeta Geremia, un testo impressionante nel suo contenuto di lugubre dolore: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più» (Mt 2,18).
Il pianto desolato della mamma Rachele sui figli d’Israele che erano stati deportati in Babilonia (“che non sono più”), prefigura il pianto desolato di Maria Santissima sui bambini innocenti martirizzati a Betlemme.
Quel pianto desolato di Rachele noi possiamo farlo nostro soprattutto con la preghiera del Rosario dei dolori, ossia recitando e meditando la Corona dei Sette Dolori della Madonna.
Questa santa Corona faceva parte fin dal 1500 della devozione mariana dei Servi di Maria. Ma dal 1965 in poi, purtroppo, essi la misero da parte, come devozione propria e così cadde in disuso. Nelle recenti apparizioni della Madonna in Rwanda (1982), però, è stata la Madonna stessa a riproporre, alla veggente Marie Claire, la preghiera del Rosario dei Sette Dolori, assicurandole che «il recitare il Rosario dei Sette dolori, avrebbe aiutato non solo a meditare sulla Passione di Gesù insieme con le sofferenze di sua Madre, ma sarebbe stata anche un’occasione per pentirsi meglio e accettare con fede la sofferenza espiatrice, cambiando vita, e per mettere in fuga il diavolo», e ancora, continua la Madonna: «Ciò che vi chiedo è il pentimento. Se reciterete questo Rosario, meditandolo, allora avrete la forza di pentirvi. oggi molti non sanno più chiedere perdono. Essi mettono di nuovo il Figlio di Dio sulla Croce…».
PREGHIERA CONSIGLIATA: Corona dei Sette dolori della Beata Vergine Maria