I dodici gradi dell’umiltà
1) Manifestare sempre umiltà di cuore e di corpo, con gli occhi fissi a terra.
2) Dica il monaco poche e ragionevoli parole, mai con voce alta.
3) Non sia facile né pronto al riso.
4) Tacere se non si è interrogati.
5) Rispettare ciò che richiede la regola comune del monastero.
6) Considerarsi e dichiararsi inferiore a tutti.
7) Riconoscersi e credersi inutile a tutto e indegno di tutto.
8) Confessare i peccati.
9) Per obbedienza abbracciare pazientemente le difficoltà e le traversie.
10) Sottomettersi agli anziani in piena obbedienza.
11) Non amare la propria volontà.
12) Difendersi dal peccato in ogni momento con il timore di Dio.
I dodici gradi della superbia
1) La curiosità con la quale, con gli occhi e gli altri sensi, ci si occupa di cose che non ci riguardano.
2) La leggerezza d’animo, che si manifesta nelle parole indifferentemente liete o tristi.
3) L’allegria inopportuna, che si manifesta nella facilità al riso.
4) La millanteria che traspare dall’eccessiva loquacità.
5) La singolarità: gloriarsi nell’ostentare i propri affari privati.
6) L’arroganza: credersi più santo di tutti.
7) La presunzione: intromettersi in ogni cosa.
8) Difesa dei peccati.
9) Confessione simulata, che viene resa palese dalle dure e severe ingiunzioni.
10) Ribellione contro il superiore e i fratelli.
11) Libertà di peccare.
12) Abitudine al peccato.
FONTE: San Bernardo di Chiaravalle