Marzo: Mese di San Giuseppe – 12° Giorno

stellamatutina-san-giuseppe-con gesùSarà glorificato chi è custode del suo Signore. Prov- 27, 18.

1. Giuseppe è custode di Gesù.
Egli fu creduto padre, proprio perché cu­stode di Lui: e questa divina custodia è stata la sua vita e la sua gloria.
Si può dire che la custodia accresca quasi la responsabilità di fronte a chi è semplice­mente padre. Il padre risponde del proprio fi­gliuolo: Giuseppe deve rispondere del Figlio di Dio. Tremendo compito.
E pensare che quel tenero Bimbo, il quale è nientemeno il Salvatore, aspettato da secoli dal Cielo e dalla terra, è insidiato da tutte le potenze del male. Giuseppe lo sa. È come dir­gli: «Sta’ attento! il nemico non dorme».

2 – Giuseppe veglia Gesù.
Quando un bambino è molto malato, il padre e la madre lo vegliano con ansia dolo­rosa. Gesù bambino è bello, è sano, è amabi­le: più d’ogni altro figlio dell’uomo. Ma la sua condizione è peggiore che se fosse malato: lo cercano per farlo morire. E Giuseppe contro i potenti del mondo, lui così povero, debole, solo, lo deve difendere, deve assicu­rarne la vita. Teme? Non teme; veglia. Fa tut­to quel che deve fare: al resto penserà il Si­gnore.

3. E noi come custodiamo Gesù?
A ciascuno di noi, quando diventiamo cri­stiani, il Padre celeste affida nel cuore il suo Figlio divino. Questi prende dimora nell’ani­ma nostra vivificata dalla grazia. Dobbiamo vegliarlo e custodirlo per non perderlo, per non esporlo alla rabbia dei suoi nemici.
Poveri noi, quanto dissimili dal fedele Giu­seppe! È molto se abbiamo almeno la consa­pevolezza della presenza di Gesù in noi. Poco o nulla facciamo per Lui, sì che con facilità desolante accogliamo il nemico e cacciamo l’Ospite santo!
O Giuseppe, fedelissimo custode, quan­to mi vergogno della mia umiliante pigrizia, della mia fredda indifferenza! Ho Dio nel cuore e non me ne ricordo; ho Dio nel cuore e non gli voglio bene; ho Dio nel cuore e l’of­fendo! 0 mio amabile protettore, ricordami le tue tenerezze per il divino Fanciullo; ricor­dami le tue veglie e le tue fatiche, perché im­pari a sacrificarmi per chi si è sacrificato per me!

LETTURA
Mons. Dadolle nelle sue «Meditazioni per l’anno liturgico» così descrive la vita fami­liare di san Giuseppe:
«In apparenza e per il mondo, quella dei due santi sposi è la vita più semplice. Giu­seppe guadagna il pane del giorno; Maria, così come una donna del popolo, si occupa delle faccende di casa. L’Angelo dell’Incar­nazione ha tuttavia compiuto il suo messag­gio; la pienezza dei tempi è giunta. L’editto di Cesare chiama a Betleem i discendenti di David. Maria dà al mondo il suo Dio fatto uomo. O Giuseppe! quale non fu la tua emo­zione nell’ascoltare i primi vagiti del Bambi­no, e nel tendersi verso di te, tremanti, le pic­cole mani di Colui che ha l’azzurro del cielo! E, nel corso della sua infanzia, quale beati­tudine quando Gesù riposava nelle tue brac­cia, sorridendo alle caste carezze, e quando, Parola incarnata, imparava a balbettare la tua lingua o quando tu, per iniziarlo al mestiere di falegname, guidavi la mano del Cre­atore dei mondi!
Tuttavia, questi giocondi misteri non sono tutta la vita dello sposo verginale di Maria. Essa è la Madonna dei dolori, e Giuseppe è largamente associato ai suoi misteri doloro­si… Nella santa Famiglia, durante trent’an­ni, è stata fatta dai tre quella Via Crucis che noi oggi facciamo per commemorazione».

FIORETTO
Custodirò nel mio cuore Gesù, che è presente in me con la sua grazia.

GIACULATORIA
O pio custode, prega per noi.
Tu vegli tenero i tuoi Tesori: gli angeli tremano… tu guardi e adori.

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