Marzo: Mese di San Giuseppe – 26° Giorno

stellamatutina-san-giuseppe-con gesùIl Signore è la mia forza.

1. Ammiriamo la fortezza di san Giuseppe.
Non è la forza quella che gli uomini ma­gnificano e che fa commettere nel mondo abusi, soprusi e violenze. No: la forza di Giu­seppe è tutta mitezza e pace, pur superando tutte le forze del mondo. È la forza che si attinge da Dio e dalla propria coscienza: da quell’insieme di energie che formano il ca­rattere. Il carattere è prima di tutto fedeltà ai propri convincimenti. E Giuseppe è consa­pevole a pieno della sua missione. Sposo di Maria, custode di Gesù, egli dovrà per loro molto sostenere, senza cedere mai, senza mai tradire l’attesa di Dio. Giuseppe è degno del­la fiducia dell’Altissimo.

2. Da chi attinge Giuseppe la sua forza?
Dalla sua fede, prima, da Gesù poi. Se si pensa bene, non sono due sorgenti di forza, queste, bensì una sola sorgente. La sua fede in Dio è resa palpabile dalla presenza del Cri­sto di Dio.
Chi ha fede nel Signore ed è convinto che la vita di ciascuno è protetta e vegliata dal­l’immenso occhio di Lui, onnipotente, chi, se è fedele, potrà dubitare che gli manchino le forze al còmpito assegnatogli?
La fede, che è generatrice d’amore ed è sostenuta dall’amore, è la forza stessa di Dio. Chi potrà mai vincerla?

3. Noi siamo gente di poca fede.
Talvolta noi ci domandiamo il perché del­la nostra sconcertante debolezza; non è dif­ficile trovarlo nella nostra mancanza o im­perfezione di fede. Abituati a toccar tutto con mano e a fare affidamento sulle nostre uma­ne possibilità, non abbiamo più familiarità alcuna con le promesse di Dio, che son più sicure e più reali di quel che ci circonda. Cri­stiani sfiduciati, cristiani indeboliti. Se impa­rassimo da Giuseppe!
O san Giuseppe, che nella tua fede rin­novi ed accresci giorno per giorno quella for­za che tifa sereno nelle prove, coraggioso nei pericoli, paziente nell’attesa, siimi modello sempre, ma soprattutto quando vedi che troppo umanamente ragiono, che troppo mi attacco ai soccorsi degli uomini, trascuran­do gli aiuti divini, non sforzandomi neppure di stringer la mano onnipotente che il Signo­re mi tende. Ho tanta fiducia nella tua prote­zione, che dissiperà le mie stolte incertezze.

LETTURA
San Bernardino da Siena scrive efficace­mente così: «Se tu mi paragoni Giuseppe a tutta la Chiesa di Cristo, non è egli quell’uomo elet­to e speciale, per il quale e sotto il quale Cri­sto fu ordinatamente introdotto nel mondo? Se tutta la Chiesa è debitrice alla Vergine Madre, perché per mezzo di lei essa fu.fatta degna di ricevere Cristo, dopo di essa, a Giu­seppe deve grazia e riverenza singolare. Egli è infatti la chiave dell’antico Testamento, nel­la quale la dignità patriarcale e profetica con­segue il frutto promesso. Egli è il solo che di fatto possedette ciò che la degnazione divina loro promise. Giustamente egli è simboleg­giato nel Patriarca Giuseppe, il quale serbò il grano al popolo. Ma questo lo sopravanzò, poiché non solo serbò per gli Egiziani il pane della vita corporale, ma per tutti gli eletti nu­trì con molta solerzia il Pane del cielo, che dà la vita celeste».

FIORETTO
Nella debolezza mi dia forza il pensiero di far piacere al Signore.

GIACULATORIA
Giuseppe fortissimo, prega per noi.
Contro l’offesa di Dio, !’amore t’è per il cuore salda difesa.

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