C’era una volta un santo, tanto tanto santo, magro magro, allampanato e sempre vestito con un ampio saio bianco. Si chiamava Bruno, ma era così buono che tutti lo chiamavano “san” Bruno. Non mangiava mai carne né dolci e si nutriva in pratica di insalata, senza olio.
La cosa che piaceva di più a san Bruno era parlare con Dio e perciò passava il giorno e gran parte della notte in preghiera. ” San Bruno si era costruito una capanna in una vallata selvaggia tappezzata di boschi e cespugli arruffati.
E, ahimè, anche di qualche stagno.
E gli stagni, come si sa, sono popolati di rane garrule e chiacchierone.
Così, quando san Bruno si immergeva nella preghiera appassionata della sera, attraverso le finestre arrivava il «cra-cra» incessante e ossessionante delle rane. Tanto più che al gracidio si aggiungevano i ronzi i di mosche e zanzare, il rumore dei becchi degli aironi, il frusciare delle foglie.
San Bruno cercava di concentrarsi nella preghiera e stringeva con I feroce intensità il suo crocefisso, ma le rane instancabili si davano il cambio e non smettevano mai.
San Bruno si metteva a recitare le preghiere a voce altissima, gridando con tutte le sue forze per vincere l’irrefrenabile gracidio delle rane, ma non serviva a niente.
Sempre più irritato, allora, si affacciò alla finestra e gridò: «Silenzio! Sto pregando!».
Era un santo e gli ordini dei santi sono sempre ascoltati. Immediatamente, i boschi e gli stagni piombarono nel silenzio, come un fuoco che si spegne, e la capanna di san Bruno fu avvolta da un silenzio profondo e ovattato.
«Oh, finalmente!» sospirò san Bruno.
Rospi e rane non facevano più il minimo rumore, gli aironi guardavano la finestra della capanna con il becco chiuso, le mosche e le zanzare non osavano decollare dalle foglie su cui si erano posate e perfino il venticello della sera taceva.
Soddisfatto, il santo riprese la sua preghiera. Ma non era contento, si sentiva a disagio. E chiara, all’interno della sua preghiera, sentì una voce che diceva: «E se a Dio il canto delle rane piacesse più delle tue preghiere?»
Sorpreso e turbato, il santo rispose: «Ma come può Dio trovare piacevole il gracidare delle rane o il ronzio delle zanzare? O qualsiasi altro rumore? E poi, perché mai Dio ha creato il rumore?»
In preda a questi interrogativi, san Bruno si affacciò di nuovo alla finestra e, pentito, disse: «Vabbé! Fate come volete».
FONTE: Il Bollettino Salesiano, 07-08.2014