Shahbaz Bhatti: Martire della Fede

stellamatutina-Shahbaz-Bhatti-martire-fedeLe minacce cominciarono nel 2009. Era chiaro che Shahbaz Bhatti, 35 anni, Ministro per le minoranze del governo pakistano, dava fastidio. La sua fede cattolica, mai nascosta e anzi proclamata, non poteva essere tollerata dai settori islamici più fondamentalisti.

  La mattina dello scorso 2 marzo, lasciata la casa della madre per recarsi al lavoro, il veicolo su cui viaggiava fu attaccato da un gruppo di uomini armati, che aprì il fuoco sul ministro, ferendo lo gravemente. Bhatti mori nel trasferimento in ospedale. L’omicidio fu rivendicato dal gruppo Tehrik-i- Taliban-Punjab.

Bhatti era un personaggio molto amato, ma anche molto odiato, nel Pakistan. Il suo impegno per i cristiani e gli emarginati, ai quali dedicava la vita, volendo “inviare un messaggio di speranza alle persone che vivono una vita di illusione e disperazione“, al contempo che gli apriva i cuori delle persone di buona volontà, gli aizzava contro l’odio dei settori islamici fondamentalisti, che non tollerano nessun’altra religione nel Dar al-Islam.

  Mentre dal mondo politico ed ecclesiastico, sia pakistano che mondiale, si alzavano voci di sgomento e di protesta, la Conferenza episcopale pakistana, nella riunione plenaria del 25 marzo, ha deciso di inviare a richiesta fonnale per il riconoscimento del martirio di Shahbaz Bhatti. Mons. Andrew Francis, vescovo di Multan, nel Punjab, ha affennato che “Bhatti è un uomo che ha dato la vita per la sua fede cristallina in Gesù Cristo“.

  Tanto è bastato per fare partire, a livello mondiale, una campagna in favore dell’apertura del processo di beatificazione di questo martire della Fede. A questa campagna partecipa la Fédération pro Europa Christiana, della quale fa parte anche la TFP italiana. La FPEC ha aperto un apposito sitowww.shabaz-bhatti-martyr.org attraverso il quale sta promuovendo una sottoscrizione.

  Invitiamo tutti i nostri amici e collaboratori a unirsi a questa campagna, tanto giusta quanto doverosa. Che l’esempio di Shahbaz Bhatti serva per illuminare questo nostro mondo, sempre più alla deriva, ma nel quale non mancano belle testimonianze di Fede, integra e risoluta.

TESTAMENTO SPIRITUALE DI BHATTI

  “Il mio nome è Shahbaz Bhatti. Sono nato in una famiglia cattolica. Mio padre e mia madre mi hanno educato secondo i valori cristiani e gli insegnamenti della Bibbia, che hanno influenzato la mia infanzia. Fin da bambino ero solito andare in chiesa e trovare profonda ispirazione negli insegnamenti, nel sacrificio, e nella crocifissione di Gesù. Fu l’amore di Gesù che mi indusse ad offrire i miei servizi alla Chiesa. Le spaventose condizioni in cui versavano i cristiani del Pakistan mi sconvolsero. Ricordo un venerdì di Pasqua quando avevo solo tredici anni: ascoltai un sermone sul sacrificio di Gesù per la nostra redenzione e per la salvezza del mondo. E pensai di corrispondere a quel suo amore donando amore ai nostri fratelli e sorelle, ponendomi al servizio dei cristiani, specialmente dei poveri, dei bisognosi e dei perseguitati che vivono in questo paese islamico.

  “Mi sono state proposte alte cariche al governo e mi è stato chiesto di abbandonare la mia battaglia, ma io ho sempre rifiutato, persino a rischio della mia stessa vita. La mia risposta è sempre stata la stessa: «No, io voglio servire Gesù da uomo comune».

  “Questa devozione mi rende felice. Non voglio popolarità, non voglio posizioni di potere. Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è cosÌ forte in me che mi considererei privilegiato qualora – in questo mio sforzo e in questa mia battaglia per aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan – Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita. Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire. Non provo alcuna paura in questo paese.

  “Molte volte gli estremisti hanno cercato di uccidermi e di imprigionarmi; mi hanno minacciato, perseguitato e hanno terrorizzato la mia famiglia. Gli estremisti, qualche anno fa, hanno persino chiesto ai miei genitori, a mia madre e mio padre, di dissuadermi dal continuare la mia missione in aiuto dei cristiani e dei bisognosi, altrimenti mi avrebbero perso. Ma mio padre mi ha sempre incoraggiato. lo dico che, finché avrò vita, fino lll’ultimo respiro, continuerò a servire Gesù e questa povera, sofferente umanità, i cristiani, i bisognosi, i poveri.

  “Voglio dirvi che trovo molta ispirazione nella Sacra Bibbia e nella vita di Gesù Cristo. Più leggo il Nuovo e il Vecchio Testamento, i versetti della Bibbia e la parola del Signore e più si rinsaldano la mia forza e la mia determinazione. Quando rifletto sul fatto che Gesù Cristo ha sacrificato tutto, che Dio ha mandato il Suo stesso Figlio per la nostra redenzione e la nostra salvezza, mi chiedo come possa io seguire il cammino del Calvario. Nostro Signore ha detto: « Vieni con me, prendi la tua croce e seguimi». I passi che più amo della Bibbia recitano: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e 1 mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi»”.

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FONTE: TFP, anno 17, n. 1.

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