15° giorno: Il sangue della speranza

Chiunque guarda il Cuore di Gesù trafitto e ne vede sgorgare il Sangue Prezioso, non può disperare della propria sal­vezza. Longino, quando lo aprì con una lanciata, senza saperlo, aprì il cuore del­l’uomo alla speranza. È tradizione che il primo a goderne le ricchezze sia stato proprio lui: alcune gocce di Sangue gli caddero sugli occhi malati e gli donarono il lume degli occhi e della fede. Da allora la croce insanguinata diven­ne l’àncora alla quale si aggrapparono le anime dei più grandi peccatori nel mo­mento della disperazione, certi del per­dono e dell’amore di Cristo. Il Grande Persecutore, folgorato dalla grazia sulla via di Damasco, ci incoraggia: «Se pur es­sendo suoi nemici siamo stati per la sua morte riconciliati con Dio, a maggior ra­gione saremo salvi ora che siamo suoi amici» (S. Paolo). E tu, di che temi? «Non dire: non mi salverò! Hai il Sangue di Cristo! Ogni tua speranza è il Sangue di Cristo!» (S. Ago­stino). Non disse Gesù che si fa più festa in cielo per un peccatore pentito che per novantanove giusti? Certamente nel para­diso la schiera dei pentiti è molto più nu­merosa di quella degli innocenti. Anche noi, se sapremo imitarli nella penitenza, come li abbiamo seguiti nel peccato, saremo un giorno con loro. Stringiamoci alla croce ed invochiamola: «Ti salutiamo, o Croce Santa, nostra unica speranza!».

ESEMPIO: S. Caterina da Siena fu giustamente chiamata la «Mistica del Sangue», perché il Sangue Prezioso di Gesù era costantemente nel suo pensiero. Le sue numerose lettere hanno inizio tutte nel nome del Prezioso Sangue. Al suo confessore dice­va: «Abbiate sempre il Sangue di Gesù davanti agli occhi». Nei Dialoghi scrive: «Quel Sangue è l’unico maestro. Il Sangue di Gesù ci ha nuovamente creati». Con l’invocazione al Prezioso Sangue ottenne la conversione del cavaliere peru­gino Niccolò Toldo, condannato ingiusta­mente alla pena capitale. Sarebbe morto disperato e con l’odio nel cuore se non fosse intervenuta S. Caterina. L’accom­pagnò ella stessa sul patibolo, gli parlò del Sangue di Gesù, prese il suo capo fra le mani, glielo aggiustò sotto la mannaia ed il poveretto morì esclamando: «Gesù! Caterina!». Diciamo anche noi con lei: «O Gesú, il mio cuore diventa fuoco, pensando a Te!» Le anime dei santi sono tante fornaci bru­cianti unicamente d’amore per Gesù. E le nostre? Quanta tiepidezza! Quale attac­camento alle cose terrene!

PROPOSITO: Non riporrò la mia fidu­cia nelle creature, ma solo in Dio il quale è fedele e non inganna.

GIACULATORIA: Agnello immacola­to, nel Sangue tuo che si offre sull’altare, è riposta ogni nostra speranza (S. Ga­spare).

FONTE: San Gaspare del Bufalo

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