Marzo: Mese di San Giuseppe – 4° Giorno

stellamatutina-san-giuseppe-con gesùIo sono povero… Ps. 87, 16.

1. Giuseppe è povero.
È povero secondo il mondo, che di solito giudica la ricchezza dal possesso d’abbondan­te materia. Oro, argento, campi, case, non sono queste le ricchezze del mondo? Giusep­pe non possiede nulla di tutto ciò. Egli ha, a stento, quel che è necessario alla vita; e per vivere si deve industriare con il lavoro delle sue mani.
E pure Giuseppe era figlio di David, figlio di re: i suoi antenati avevano splendori di ric­chezze. Giuseppe tuttavia non sospira e non recrimina: non piange su beni caduchi. È con­tento così.

2. Giuseppe conosce le ricchezze della povertà.
Precisamente perché il mondo valuta le ricchezze dell’abbondante materia, Giusep­pe stima le sue ricchezze dalla mancanza dei beni terreni. Non c’è pericolo ch’egli attacchi il cuore a ciò che è destinato a perire: è troppo grande il cuore, ed ha in sé tanto di divino, che davvero egli non intende avvilir­lo abbassandolo al livello della materia. Quan­te cose vi ha nascoste il Signore, e quante ne fa intravedere, e quante ne dà a sperare!

3. Giuseppe apprezzala libertà dei poveri.

Chi non sa che i ricchi sono schiavi? Solo chi guardi alla superficie può invidiare i ric­chi: ma chi dà alle cose il loro giusto valore, sa che i ricchi sono irretiti da mille e mille cose e persone. La ricchezza è esigente, è pesante, è tiranna. Per conservare la ricchez­za bisogna adorar la ricchezza.
Quale umiliazione!
Ma il povero, che i veri beni nasconde nel cuore e sa contentarsi di poco, il povero si rallegra e canta! Gli rimane sempre il cielo, il sole, l’aria, l’acqua, i prati, le nubi, i fiori…
E trova sempre un pezzo di pane e una fon­tana!
Giuseppe viveva come i più poveri!
Giuseppe povero, ma tanto ricco, fammi toccar con mano il vuoto, la falsità delle ric­chezze terrene. A che mi gioveranno nel gior­no della morte? Non con esse mi presenterò al tribunale dell’Eterno, ma con le opere che furono la mia vita. Voglio essere anch’io ric­co di bene, anche se dovrò vivere nella po­vertà. Tu fosti povero e con te furono poveri Gesù e Maria. Come si può rimanere incerti nella scelta?

LETTURA

San Francesco di Sales scrive sulle disposi­zioni interiori del nostro Santo.
«Che san Giuseppe sia stato in tutte le oc­casioni sempre perfettamente sottomesso alla divina volontà nessuno ne dubita. E non lo vedete voi? Guardate come l’Angelo lo gui­da come vuole: gli dice che bisogna andare in Egitto, e ci va; gli comanda di ritornare, e ritorna. Dio vuole che sia sempre povero, ciò che forma una delle più grandi prove che ci possa dare; egli si sottomette amorosamen­te, e non per un certo tempo, poiché lo fu per tutta la vita. E di qual povertà? d’una pover­tà disprezzata, reietta, bisognosa… Egli si sot­tometteva umilissimamente alla volontà di Dio, nella continuazione della sua povertà e della sua abiezione, senza lasciarsi in nes­sun modo vincere né abbattere dal tedio inte­riore, il quale senza dubbio gli muoveva fre­quenti attacchi; egli rimaneva costante nella sottomissione».

FIORETTO

Non mi lamenterò se oggi dovrò soppor­tare qualche privazione.

GIACULATORIA

Amatore della povertà, prega per noi.
Le acute spine che t’offre il secolo, sono lietissime rose divine.

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