Renato e Giuliana sono due coniugi che, dopo aver conosciuto l’Istituto dei Frati e Suore Francescani dell’Immacolata, stavano maturando un cammino di conversione. Il paragone con il santo del Gargano non è un’ammissione di santità del Padre Fondatore dell’Istituto, quanto piuttosto la precisazione che l’opera di Dio trova sempre ostacoli nella sua realizzazione.
Mi chiamo Renato Ramirez. Scrivo questa mail per esprimere, con mia moglie Giuliana Mancini, la mia solidarietà e vicinanza ai Francescani dell’Immacolata in merito al loro commissariamento e alla campagna di diffamazione che si è scatenata in particolare contro il loro fondatore p. Stefano Maria Manelli.
Personalmente ho conosciuto i FI grazie alla TRBC (tele radio buon consiglio) dove giornalmente seguivo catechesi, liturgie, conferenze, udienza del mercoledi del Santo Padre ecc.
In seguito con la mia futura moglie ci siamo avvicinati alla MIM (Movimento Immacolata Mediatrice) diretto da laici impegnati e vicini ai FI.
La prima cosa che ci ha colpito è stato lo spirito profondamente francescano e mariano della MIM: preghiera, Rosario, Messa, confessioni, il tutto in assoluta comunione e fedeltà alla Santa Chiesa, ai legittimi pastori e al Santo Padre
Niente, dico assolutamente niente, era contrario alla Magistero della Chiesa.
Diverse volte siamo stati a Frigento, dove c’è la casa generale, ed ancora una volta abbiamo notato un clima di preghiera, di raccoglimento, impregnato di spirito autenticamente cristiano e cattolico, scevro da qualsiasi sensazione di fanatismo. I frati e le suore erano assolutamente al servizio dei pellegrini, dando loro ospitalità e conforto materiale e spirituale.
Mia moglie, inoltre, maturava la voglia di entrare nel TOFI (Terzo Ordine Francescano dell’Immacolata) […] perché notava in esso un carisma evangelizzatore autentico e fedele alla Prima Regola Bollata di S.Francesco d’Assisi. Per questo siamo rimasti costernati e letteralmente storditi dalla notizia del commissariamento dei FI e di colpo, di primo acchito, a me e a mia moglie ci è venuta in mente la storia di Padre Pio (di cui padre Manelli è stato figlio spirituale): persecuzione da parte di confratelli, calunnie assolutamente gratuite, insinuazione di voler approfittare delle offerte, abusi …
Si dice che la storia insegna a non fare gli stessi errori, allora ci rivolgiamo a chi di dovere; con assoluta obbedienza, ma con altrettanta fermezza diciamo: “ Attenti a non fare lo stesso errore che fu fatto all’epoca, col santo cappuccino.”.
L’accusa a padre Manelli dice che si fonda su fatti concreti? Allora anche noi vogliamo testimoniare un fatto concreto: il fatto di aver conosciuto di persona padre Manelli e di averlo avvicinato diverse volte e dico mai, e poi mai, abbiamo notato alcunché di sospetto o di ambiguo sia nelle catechesi, sia nelle liturgie, sia nei rapporti privati avuti con lo stesso.
E con spirito filiale e devozione, quindi, che ci rivolgiamo all’autorità competente, sottoponendogli questa nostra testimonianza in spirito di filiale obbedienza.
Renato Ramirez
Giuliana Mancini