Sancta Dei Genetrix – Approfondimenti teologici

stellamatutina-litanie-lauretane-padre-alessandro-apollonioIl titolo di Madre di Dio deve essere compreso alla luce della teologia dogmatica cattolica. Anche in questo caso, e soprattutto in questo caso, ogni libero esame è destinato a fallire miseramente nell’ errore e nell’ eresia.

La luce della dogmatica cattolica, poi, non è una prigione, ma è un telescopio che permette di scrutare orizzonti sempre nuovi, a condizione, però, di accettarne i limiti ed i modi, imposti dalle “istruzioni per l’uso”.

Sant’Agostino e sant’Anselmo dicevano che la fede suscita il desiderio della conoscenza (fìdes quærens intellectum) e, d’altra parte, l’intelligenza è attratta dalla fede come verso ciò che pienamente appaga il desiderio di Verità insito nella sua natura (credo ut intellegam). Così è anche della mente umana di fronte alla luce sprigionata dalla divina Maternità di Maria.

I dottori medievali, maestri insuperati della ricerca teologica, insegnano a procedere gradualmente nello svelamento delle verità connesse ai dogmi della nostra Fede. Avanziamo, allora, con un incedere progressivo verso la comprensione più piena che, in questa vita, non raggiunge mai l’evidenza dei misteri nascosti nella divina Maternità di Maria. Le acquisizioni più ampie e generiche, che sono quelle negative, apriranno la strada a quelle più determinate e positive. In altre parole, prima di dire: così è la Maternità divina di Maria, si deve delimitare l’ambito della ricerca, individuando, il più precisamente possibile, ciò che la Maternità divina di Maria non è.

La Madre di Dio non è Colei che ha dato origine alla Divinità. Se così fosse, si andrebbe incontro a due assurdi, uno filosofico e l’altro teologico: Dio, che è l’Eterno, cioè senza principio temporale, avrebbe un principio temporale; Maria, che non è una dea, essendo una semplice creatura, per dare origine alla Divinità, dovrebbe essere una dea Lei stessa. Tutte cose che sono, appunto, assurde.

La divinizzazione di Maria, ovviamente, va contro la nostra fede nella piena creaturalità di Lei, ma contraddice anche un altro corollario della teologia naturale, condiviso da ebrei ed islamici, secondo cui vi è un unico Dio, mentre se Maria fosse la dea Madre che genera il Dio Figlio, si ritornerebbe al politeismo della mitologia pagana, giustamente e definitivamente confutato dai Padri, soprattutto da sant’ Agostino, nel suo capolavoro De civitate Dei. Allora, cosa significa che Maria è la Madre di Dio? Il titolo significa che Maria è la Madre di Cristo, il quale è la seconda Persona divina della Santissima Trinità.

Per essere Madre, si può obiettare tuttavia, Maria deve aver generato il Figlio, mentre la Persona divina di Cristo non è stata generata da Maria, che è una Madre umana, bensì da un Padre divino, non nel tempo ma nell’eternità.

All’obiezione si risponde con la grande teologia efesinocalcedonese, secondo cui Maria ha generato la natura umana I di Cristo, non certo la Divinità di Cristo. Tuttavia, essendo tale natura umana assunta dalla Persona divina del Verbo, l’atto generativo della Madre termina sia alla natura generata, sia alla Persona divina cui termina quella stessa natura umana.

Ed allora, linguisticamente, si esprime tutto questo con una frase reduplicativa, Maria è la Madre di Dio, non in quanto Dio, ma in quanto si è fatto Uomo. Questa reduplicazione, d’altra parte, non deve diminuire la forza del titolo, quasi a declassarlo al rango delle metafore o delle iperboli: Maria è veramente e propriamente la Madre di Dio, e la condizione di possibilità di questa sua singolare e straordinaria Maternità è l’Incarnazione del Figlio di Dio nel suo grembo purissimo.

FONTE: Padre Alessandro M. Apollonio; LE LITANIE LAURETANE. PREGHIERA MARIANA, PREGHIERA DELLA CHIESA;  © 2013,  CasaMarianaEditrice
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