Virgo fidelis, ora pro nobis

stellamatutina-litanie-lauretane-padre-alessandro-apollonioIl cuore stabile nella fedeltà si contrappone al cuore volubile nel tradimento. La fedeltà è la stabilità dell’amore. La Vergine Maria ha detto di Sì a Dio, sempre, senza mai venir meno. La fedeltà di Maria si riassume nel Fiat di tutta la sua vita consacrata a Dio. Per questo è stata sempre fedele ai suoi doveri di Madre verso Gesù Cristo e verso l’umanità.

Nei confronti dello Spirito Santo e di san Giuseppe, la fedeltà di Maria fu sponsale. Lo Spirito Santo, Sposo divino, le ispirò il voto di verginità e grazie a san Giuseppe, sposo umano, Ella lo custodì fedelmente. Alla fedeltà di Maria corrisponde la fedeltà dello Spirito Santo, che sempre fu con Lei, e la fedeltà di san Giuseppe, che sempre la protesse come una fortezza inespugnabile. Fu dunque una fedeltà tutta verginale.

La fedeltà di Maria è partecipazione all’amore immutabile di Dio, ma l’immutabilità di Dio non si riduce alla fedeltà. Dio, certo, è fedele: le sue parole non passeranno, la sua Alleanza è eterna, il suo amore infinito. Ma ancor prima che il mondo fosse, Egli è l’Eterno, l’Immutabile. Egli è fedele con le sue creature perché è immutabile in se stesso (cf. Concilio Vaticano I). Lo diciamo con buona pace dei teologi neo hegeliani che contestano l’insegnamento infallibile della Chiesa e vorrebbero ridurre l’immutabilità ontologica di Dio alla sua fedeltà morale. Se così fosse, Dio sarebbe una buona persona, ma non più Dio.

L’immutabilità di Dio non la possiamo capire appieno, perché è una perfezione incomunicabile: solo un essere infinitamente perfetto come Dio può essere immutabile. Eppure tale perfezione infinita, partecipata sul piano morale alla creatura finita, è la fedeltà. La fedeltà di Maria è l’icona più sublime dell’amore immutabile di Dio. In Maria l’immutabilità di Dio è fedeltà, ossia l’immutabilità di un voto, di una promessa, di un amore donato, di un’alleanza sancita. Senza ondeggiamenti.

Nessun turbamento passionale poteva distogliere Maria dal suo inesausto amore a Dio. La fedeltà è una qualità intrinseca dell’amore casto. Fedeltà nell’intenzione, fedeltà nell’esecuzione. Dolce nell’intenzione, la fedeltà può essere amara nell’esecuzione, a causa degli assalti contrari, del diavolo, del mondo e – per noi peccatori – della carne. Nell’intenzione ci vuole un grande trasporto d’amore, nell’esecuzione prudenza e fortezza. Senza fedeltà non è possibile perseverare nella verginità. La fedeltà è perseveranza. È dunque necessaria ai consacrati e anche alle famiglie, perché onorino il loro patto con Dio e con l’uomo.

La fedeltà di Maria ripara l’infedeltà di Eva. Maria fu fedele Cooperatrice di Cristo nel compiere la Redenzione del genere umano, al contrario di Eva che cooperò con Adamo alla sua rovina. Nel suo ruolo di Corredentrice, la Vergine Maria fu fedele a Dio e all’uomo. A Dio, perché cooperò con Lui fino alla fine, senza tentennamenti né resistenze di alcun tipo. All’uomo, perché mai è venuta meno nel suo ruolo di Avvocata e Mediatrice materna, misericordiosa, presso il suo Figlio, a favore degli uomini. Le apparizioni della Vergine, di cui è costellata la storia della Chiesa, attestano la sua fedeltà nei secoli, nonostante le infedeltà dei suoi figli peccatori.

Sant’Ambrogio esalta la fortezza di Maria nel momento supremo della sua fedeltà a Cristo Redentore e agli uomini che da Lei attendevano i frutti della Redenzione. Ai piedi della Croce stava Maria e la sua forza d’animo era tale che l’evangelista Giovanni non ha riportato nemmeno il suo pianto: «Stantem lego, flentem non lego», afferma il santo Vescovo di Milano.

L’elogio che Neemia, governatore di Gerusalemme, rivolge ad Abramo, nostro padre nella Fede, si addice molto di più a Maria, nostra Madre nell’ordine della grazia: «Tu [o Dio] hai trovato il suo cuore fedele davanti a te» (Ne 9,8). Maria, come Abramo, ha conosciuto la peregrinazione nella fede (cf. RM 12), come Abramo ha obbedito a Dio fino ad immolare il Figlio unigenito, ma più di Abramo ha creduto, più di Abramo ha obbedito, perché solo Maria ha trovato grazia presso Dio, essendo Lei stessa la Piena di grazia. Come Sara fu madre fedele nell’educare santamente il figlio Isacco, così Maria è fedele nell’eseguire il suo compito di educatrice dei figli rinati dall’acqua e dallo Spirito. L’acqua del Battesimo è, secondo i Padri siriaci, segno delle acque materne di Maria, nel cui grembo «l’uno e l’altro sono nati» (Sal 86,4), il Capo ed il Corpo, Cristo e la Chiesa.

La fedeltà di Maria è la sua confermazione in grazia, la sua impeccabilità per grazia. La fusione completa della sua volontà nella Volontà di Dio ha portato una certa comunicazione delle perfezioni divine: la libertà di Dio, impeccabile per essenza, è diventata la libertà di Maria, impeccabile per grazia. Fedeltà è la libertà di non peccare mai. Chi pecca, non è fedele e nemmeno è libero: «Uno è schiavo di ciò che l’ha vinto» (2Pt 2,19). Così anche la Chiesa, e ogni suo figlio che come la Madre vuole vivere senza macchia né ruga,

«imitando la madre del suo Signore, con la virtù dello Spirito Santo, conserva verginalmente integra la fede, salda la speranza, sincera la carità» (LG 64).

Ricordiamo infine che, dall’11 novembre 1949, l’Arma dei Carabinieri ha come patrona la Virgo fidelis. Affidiamo alla celeste Patrona questi valorosi servi della Patria, ricordando anche a loro che la vera Patria è il Cielo.

FONTE: Padre Alessandro M. Apollonio; LE LITANIE LAURETANE. PREGHIERA MARIANA, PREGHIERA DELLA CHIESA;  © 2013,  CasaMarianaEditrice
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