Vas onorabile, ora pro nobis

stellamatutina-litanie-lauretane-padre-alessandro-apollonioVaso degno di onore, prega per noi! La Maternità divina ha reso l’umanità di Maria un Tempio tutto consacrato a Dio. Da qui la venerazione singolare della Chiesa verso il “luogo vivente” prescelto da Dio per la sua dimora in mezzo agli uomini. Non un semplice vaso inerte, dunque, ma un “luogo vivente”, materno, che interagiva biologicamente e, soprattutto spiritualmente, con il suo Ospite divino.

Il Vangelo lascia intravedere come in uno spiraglio il segreto della preghiera di Maria in quelle misteriose parole: «Maria serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19). Così san Luca, il pittore di Maria, chiude il grande affresco del Natale, lasciandoci avvolti nel mistero del silenzio, orante e pensoso, della Vergine.

L’Evangelista ripete in buona sostanza la stessa espressione a chiusa dell’intero ciclo pittorico denominato “Vangelo dell’infanzia” (cf. Lc 2,51). La Vergine Maria è così presentata come la fonte diretta e sicura delle informazioni che stanno alla base dei quadri letterari lucani, perfettamente storici perché divinamente ispirati. Non solo la Fede, ma anche la memoria storica dei fatti che sono all’origine della nostra Fede, è racchiusa nel Cuore di Maria. Un ricordo nitido perché conservato in un Cuore Immacolato.

La memoria storica della Vergine, come quella della Chiesa, è una memoria orante. Si chiama Tradizione. Quando pensiamo a Dio, e gli rivolgiamo la nostra preghiera, non dobbiamo mai dimenticare quello che Egli ha fatto e continua a fare per noi. Se anche fossimo smemorati, Dio ci ha dato una Madre che non si dimentica mai di noi, perché sempre si ricorda di Lui, nel quale siamo diventati figli di Lei.

Sin dalla sua più tenera fanciullezza, e per tutto il corso del suo pellegrinaggio terreno, la Vergine ha avuto tanto amore per Dio, che mai volle separare da Lui la sua mente ed il suo Cuore. Il suo colloquio con Dio era continuo, incessante: dopo le sue generose opere di misericordia, e soddisfatte le sue esigue necessità materiali, Maria occupava tutto il suo tempo del giorno e della notte, nella preghiera. È indescrivibile la dolcezza e la consolazione che Dio le concedeva nella preghiera, per fortificarla nell’esercizio di tutte le virtù, per separarla dalla corruzione del mondo e prepararla al sacrificio totale di sé e del suo Figlio Gesù.

Per mezzo della sua orazione, effondeva in Dio tutti gli affetti e desideri del suo Cuore castissimo. Penetrava i Cieli e raggiungeva il Cuore stesso di Dio. Risollevava il suo animo dalle afflizioni della vita, otteneva il divino soccorso nelle avversità, impetrava la misericordia ai peccatori e la perseveranza dei giusti, confortava i derelitti. Con la preghiera, la Vergine chiedeva il Consiglio divino per rettamente governare se stessa nei momenti felici della sua vita e per conservare la fiducia nelle avversità. La preghiera era il suo gaudio nella prosperità, la vittoria su ogni tristezza, soave sostegno nel tormento. Grazie alla sua santa preghiera, Maria fu sempre ornata di un perfetto e filiale Timor di Dio: tutto quello che la sua preghiera conteneva, aveva il suo principio nella Fede, compimento nella Speranza, perfezione nella Carità.

Così Maria trovava sempre grazia presso Dio (cf. Lc 1,30), il quale le concesse ogni bene conveniente alla sua missione di Madre Corredentrice e la sottrasse da ogni danno morale.

Ecco in bella ed elevata sintesi l’orazione della Vergine contemplata dalla beata Elisabetta della Trinità (OCD, †1906):

«In un profondo silenzio, una ineffabile pace, una divina orazione che non cessava mai, con l’anima tutta inondata dagli eterni splendori, restava notte giorno la Vergine fedele. Il suo cuore come un cristallo rifletteva il Divino, l’Ospite che l’abitava, la Bellezza che non tramonta. Maria attira il cielo ed ecco il Padre a Lei consegnerà il suo Verbo per esserne la madre e lo Spirito d’amore la copre della sua ombra»51.

Noi peccatori, al contrario della Vergine, molto raramente eleviamo la nostra mente in Dio. Preferiamo volgerla alle vanità del mondo, non alle virtù ma alle iniquità, non alla grazia ma al peccato, non alla clemenza di Dio ma alla demenza del mondo, non ad ottenere misericordia ma a suscitare l’inimicizia con il Padre buono.

Aiutaci, o Vergine Santissima, con la tua Onnipotenza supplice! Presenta le nostre lacrime mescolate con le tue al cospetto del tuo Figlio, affinché accolga benigno la nostra supplica. Anche se siamo peccatori, sii vicina a ciascuno di noi, aiutaci nelle nostre difficoltà, accetta l’offerta di noi che ci consacriamo a te. Liberaci dalle fauci del crudele dragone e dalle mani dei malvagi suoi servitori. Per la tua incessante preghiera, ottienici d’essere ammessi nel sicuro recinto del santo gregge di cui tuo Figlio è il Buon Pastore. Lui, che va in cerca della pecorella perduta e, ritrovatala, la cura, ci protegga e ci riconduca ai verdi pascoli della Vita eterna.

Benché non ci sia una lode degna sulle labbra dei peccatori quali noi siamo, confidiamo nella tua sconfinata misericordia, o gloriosa Vergine, affinché per tuo mezzo la nostra preghiera salga accetta e gradita al cospetto del Dio Altissimo.

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51. Beata Elisabeth de la Trinité, OEuvres complètes, Paris 1991.

FONTE: Padre Alessandro M. Apollonio; LE LITANIE LAURETANE. PREGHIERA MARIANA, PREGHIERA DELLA CHIESA;  © 2013,  CasaMarianaEditrice

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